L’estate di Fontana Couture Milano…tra sogni e realtà.
Un sogno che gli obiettivi di mezzo mondo colsero sui corpi onirici di Marpessa, Isabella Rossellini, Linda Evangelista, Inès Sastre. Una memoria impressa nelle pagine di Vogue degli anni Novanta….Fontana Couture Milano.
Alta sartoria, maestre che tagliano e compongono il capo con visione stereometrica, immaginandolo sul corpo della Donna.
Fontana Couture Milano non ha mai dimenticato la lezione primaria della moda, quella della perfezione lineare, delle proporzioni, del tripudio tessile che consacra un brand alla storia.
Qui, la storia parte dal 1928, allorché Giovanni Fontana, fondò un piccolo laboratorio di maglieria superlativa divenuto atelier a tutto tondo sotto l’egida del figlio Roberto e di sua moglie. Passa per le sale di Camera Moda, per i numeri di Vogue densi di piccoli look book ora oggetto di aste su E-Bay.
Per negozi culto come Giorgio Beverly Hills, tra i primi a credere nell’etichetta che scaturisce da questa enclave artigiana dove tuttora 40 sarte lavorano su cartamodello, tagliando ogni singolo tessuto manualmente.
Il fulgore degli anni Novanta, del negozio in Via Spiga 33 che fu sinonimo di gusto squisito,
Fontana Couture lo ha conservato. Ma soffiando una squisita modernità nelle giacche superlative, da figurino, con le spalle bombate ad arte, cesellando i materiali dell’alta moda secondo proporzioni affini ai tempi, senza mai dimenticare la legge primaria della Classe.
Abiti fluidi, magari cobalto, come quello indossato da Kerry Kennedy.
Be exclusive, l’imperativo sotteso. Quale unicità maggiore, se non vestire capi riprodotti in venti, trenta pezzi nel mondo, nel momento storico che vede imperare l’omologazione globale?
Questo è il credo avallato anche dalla compagine manageriale che ora guida l’azienda, con il fermo intento di riportarla a brillare di luce propria.
I capi sono interamente realizzati, come è prassi, dalla maestria delle Sarte Fontana Couture in un unico Laboratorio.
Un regalo alla propria unicità e passione per la qualità, che si concedono personalità come mogli di uomini di Stato in Italia e all’Estero, o celebrity internazionali quali Kerry o Maeve Kennedy negli Stati Uniti.
E tutte le donne che convergono nei 32 negozi mondiali in cui l’etichetta è presente; o a Milano, nella Boutique di Via Spiga 33 o nell’Atelier di Via Spiga 25, dove le clienti si fanno consigliare e oltre alla commessa hanno a disposizione una sarta, sfuggendo alla logica ormai impersonale del brand.
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