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Qual’e’ stato il Natale piu’ triste della vostra vita?

Quale è stato il Natale piu’ triste della vostra vita?
Tre grandi personaggi italiani ci hanno raccontato il ricordo più triste e doloroso legato a questa importante festività

Il Natale non è solo un momento di gioia e sorrisi, ma può essere anche legato a ricordi dolorosi, oppure a periodi difficili della nostra vita. In molti poi, soffrono di depressione legata alla festività.

Ma vediamo cosa ci raccontano i personaggi famosi, attraverso le loro esperienze.

Un triste Natale, un amore interrotto

Cominciamo dal simpatico e bravo Luca Giurato, giornalista e conduttore tra i più amati: “Non dimenticherò mai la tristezza del Natale del 1959. Mio padre era Console Generale a Rosario di Santa Fe, in Argentina, ma il suo mandato era finito e dovevamo tornare in Italia sotto le festività. Io però ero fidanzato da due anni con Anabela, una ragazza bellissima,  e il nostro era un amore travolgente, una passione irrefrenabile. L’Argentina si era da poco liberata da una dittatura e stava andando verso la democrazia con elezioni finalmente libere, il clima era di festa e di rinascita. Faceva caldo e io, adolescente innamorato, dovevo tornare nel mio Paese. Ebbene, Mentre salivamo su un piroscafo che partiva da Buenos Aires, lei, la mia Anabella, era lì che mi salutava piangendo e io a ruota con le mie lacrime, il cuore pesante. Su quell’imbarcazione, dove i diplomatici erano trattati con i guanti bianchi, l’atmosfera del Natale mi avvolgeva tra lusso e allegria, balli e abbracci, in contrasto drammatico con i miei pianti per quell’amore che avevo perduto per sempre”.

Natale triste, anzi, tragico

Ma dopo questa struggente storia d’amore lasciata in sospeso, sentiamo un giovanissimo, direttamente dalla fiction “I Cesaroni” ecco la storia di Niccolò Centioni: “Tre anni fa, ho vissuto un Natale triste, anzi, tragico. Era tutto pronto per le festività, di solito le trascorriamo nella nostra casa sul lago di Bracciano, nei pressi di Roma.
In famiglia amiamo gli animali, avevamo due cani, Igor e Nina, e li portammo con noi. Dalla città alla campagna: erano liberi di scorazzare nel giardino ed erano impazziti di felicità. Poi, quando entravano in casa,  ricordo che giravano intorno all’albero di Natale incuriositi dalle luci, abbaiavano contro gli addobbi e palline colorate erano giocattoli irresistibili per loro. Ma dopo la vigilia felice, al mattino, non li trovammo più. Avevano scavato sotto le recinzioni e da lì avevano preso la via della fuga. Con angoscia passai tre giorni e tre notti a cercarli con mia madre, che mi accompagnava tra i boschi. Io piangevo. Nina era con me da otto anni, quasi la metà della mia vita, Igor era un trovatello a cui ero legatissimo. Igor e Nina non tornarono più a casa, non li trovammo mai più. Io ero solito fare pacchetti anche per quei buffi amici, ci mettevo ossi e biscotti… Il silenzio di quel Natale fu terribile.

Quest’anno ho un nuovo cane, ha sei mesi si chiama Pippetto, è un bull terrier, ed è vivacissimo, come i miei compianti amici a quattrozampe, ai quali penso sempre”.

Il Natale triste di Lucilla Agosti

E tra un “Mistero” (programma da lei condotto su Italia Uno) e l’altro, sentiamo anche l’esperienza della conduttrice Lucilla Agosti: “Cinque o sei anni fa io e il mio ragazzo avevamo deciso di partire per New York. Per spendere meno, abbiamo pensato di partire il ventiquattro mattina, così da arrivare per cena e poi avere il venticinque a disposizione. Mai scelta è stata più errata.

Ci eravamo già vestiti per la cena e siamo partiti. Il volo doveva essere: Milano, sbarco a Francoforte e poi New York. Durata totale dieci ore. Purtroppo a Francoforte siamo rimasti bloccati a causa della neve, abbiamo passato tutta la vigilia lì, sempre nel terminal, un po’ come nel film “The Terminal” con Tom Hanks. Eravamo insieme agli altri passeggeri e al personale aereo, abbiamo festeggiato tutti insieme e per quanti auguri abbiamo fatto stiamo bene per dieci anni. Siamo ripartiti il venticinque, ma invece di atterrare a New York, ci hanno portato a Boston, noi distrutti, delusi, non ci siamo neanche potuti scambiare i regali, chiusi nelle valigie che erano chissà dove.

Siamo arrivati per Santo Stefano, sporchi e stanchi, vestiti elegantissimi per due giorni, sognando quella cena romantica nella Grande Mela. Cena che abbiamo poi fatto, ma non era più Natale. Ma che importa, ci siamo detti l’ombra di una Statua della Libertà coperta di neve, basta che stiamo insieme”.

Insomma, tanti sono i ricordi bellissimi legati a questi magici giorni, ma per qualcuno, il Natale, può anche essere un giorno da dimenticare!!!

Redazione

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