Dieta a residuo zero? Ecco come.
Si tratta di un regime alimentare caratterizzato da un basso introito giornaliero di fibre vegetali, specie insolubili. Non sono infatti concessi gli alimenti con un alto contenuto di queste sostanze. Ad esempio: cereali integrali, ortaggi come i carciofi, i cavoli, le cime di rapa e praticamente tutti i legumi.
Ma quando fare questo tipo di dieta così particolare?
Naturalmente non è una dieta che si può fare sempre, ma solo in alcune situazione, come quando si è in presenza di infezioni o infiammazioni all’apparato digerente, tipo diverticolite acuta ed enterocolite, oppure dopo una diarrea prolungata. Oppure quando si ha bisogno di ripulire il nostro fisico dopo una malattia.
Seguire questo tipo di dieta può però, creare degli inconvenienti. Infatti la scarsità delle fibre all’interno degli alimenti ingeriti, può favorire un’eccessiva crescita della Candida nell’intestino.
Questo però, non succede se interviene un super enzima capace di distruggere letteralmente la parete delle cellule di Candida: il betaglacanesi.
Per rendere questa dieta più efficace e aumentare il potere di pulizia di germi e tossine, si consiglia un supplemento nutrizionale a base di enzimi come Cellulasi, Emicellulasi, Betaglucanasi e Fitasi. Questo regime alimentari funziona meglio in sinergia con tutta la forza degli enzimi che spazzano via scorie fibrose, germi e tossine.
Alimenti da evitare con la dieta a basso residuo:
fiocchi d’avena, pane, pasta, legumi, piselli, cicoria, carciofi, arachidi, prugne secche e castagne.
Di Raffaella Ponzo
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