Umbras in lingua sarda significa Ombre, un nome che ho scelto per sintetizzare il lavoro di ricerca grafica, legata al chiaro scuro, al bozzetto e al disegno, ai giochi di luci e ombre appunto.
L’idea è nata lavorando sui miei figurini, un’insieme di linee, segni, macchie di colore che ho tradotto in volumi e costruzioni.
Il mio tratto diventa quindi stampa e ricamo o taglio e struttura, in un processo di traslazione del segno nella realtà.
Una sorta di trompe l’œil grafico, un gioco di illusioni ottiche.
La palette cromatica spazia dai bianchi, alle tonalità del grigio, per diventare poi verde acqua, verde salvia, smeraldo, fino a raggiungere la profondità dei neri. In collezione, regalano punti di luce improvvisi, i laminati stampati, i giochi dei traslucidi e i metallizzati.
Il sughero, insieme all’acqua, è l’elemento naturale, inequivocabile riferimento alla mia isola, attorno alla quale in modo più o meno concettuale ruotano le mie ricerche.
Il sughero utilizzato come materia pura nelle maxi cinture bustier, diventa pattern e texture sulle stampe nei vari pesi di seta.
Altro elemento naturale in collezione sono le pietre: lavica, agata verde, ametista, quarzo, amazzonite; che con i loro colori e le loro texture sottolineano i contrasti dei chiari scuri, incorniciando drappeggi e costruzioni.
I tessuti di collezione sono i freschi di lana, le sete e i cotoni.
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