Al Bookshop & Caffetteria degli Atellani, in via Moscova a Milano, si è svolto nella serata di ieri un incontro sul nuovo romanzo di Maria Pia Ammirati, scrittrice e dirigente Rai.
Al dibattito sul nuovo libro sono intervenuti Arnaldo Colasanti, Cesare De Michelis e Giuseppe Lupo. L’introduzione invece è stata di Benedetta Centovalli.
Un libro duro, serio, e ben scritto in cui si parla di amore e di morte, dove l’autrice mette alla prova il suo talento in una storia estrema. Oltre ogni tabù sulla possibilità di raccontare l’indicibile.
Se tu fossi qui, questo il titolo, ci parla di Luisa, una giovane donna che muore e di come il marito Matteo, sconvolto, comincia a interrogarsi sulla loro vita in comune.
Mano a mano viene trascinato in un vortice di indizi e di incredibili rivelazioni, di false piste e di agnizioni inattese. Un telefonino che continua a suonare, messaggi che lampeggiano nella notte. Un amante segreto? Un amico troppo caro? Una seconda vita misteriosa? Una malattia nascosta? Un passato che ritorna? O solo un uomo e una donna che hanno smesso di comunicare, che non hanno saputo mettere a nudo il loro cuore.
Succede tutto nel tempo veloce e atroce del funerale di Luisa, in quello spazio breve e vuoto dove il tempo viene sospeso. Matteo scopre di non sapere nulla della giovane moglie e vorrebbe a tutti i costi tornare indietro. Vorrebbe amarla, abbracciarla, conoscerla, condividere giorni felici con le due figlie piccole. Vorrebbe poter ricominciare, riannodare quell’esile filo. Ma non è più possibile. Si può soltanto pensare di ripartire, stavolta senza troppi preparativi e con un bagaglio nuovo di verità irrinunciabili.
Il libro, che a tratti diventa persino un poliziesco con Matteo che indaga e scava nel passato, è un’analisi della sparizione piuttosto che del lutto.
Il lutto c’e’, certamente, ma non è quello il tema, è quasi il prestesto del racconto.
Il messaggio finale è positivo, di speranza, sprona ognuno di noi a cercare piccole pause di felicità, o almeno di tregua, gustando tutte le piccole gioie della vita, perchè "non si può morire a comando" e quindi l’unica alternativa allo sconforto e’ nuotare nel fiume della vita.
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