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Sfilate: Il falò delle vanità di Moschino

Abiti da sera sfilano in uno scenario post-apocalittico: un palazzo rinascimentale, una volta glorioso ormai decadente.

Jeremy Scott, che per primo ha lanciato le capsule collection “see it now – buy it now” portando nei negozi una piccola collezione in vendita immediatamente dopo lo show, guarda divertito i molteplici scenari che il sistema moda sta proponendo affermando “Fashion is on fire”.

Infiammato da queste discussioni alla moda, il Direttore Creativo di Moschino, con la sua incontrastata e pungente ironia, dedica la collezione autunno-inverno al falò delle vanità.

Come accadde a Firenze il martedì grasso del 1497, così oggi sulla passerella di Moschino lo stilista dà fuoco agli abiti e agli elementi più iconografici, vanitosi e lussuosi della sua moda.

Abiti da sera sfilano in uno scenario post-apocalittico: un palazzo rinascimentale, una volta glorioso ormai decadente.

Questo è un glamour “hardcore” che mixa la couture alla grinta delle girl gang. Il chiodo di pelle, amato da Marlon Brando a Franco Moschino, è ri-assemblato e reinterpretato in modi inattesi; in chiave pop ma anche couture.

Teschi, ossa incrociate e catene ricreano su smoking e abiti la struttura di uno scheletro perché “la morte ti fa bella”.

Tessuti metallizzati sono trattati e riproducono frammenti di specchi dorati per abiti da cocktail specchiera, gocce di cristalli Swarovski pendono da scollature e bustier e un grande lampadario di cristalli Swarovski caduto dal soffitto si trasforma in abito da ballo.

Per il finale abiti da debuttanti in satin di seta e con ampie crinoline chiudono fumanti lo show.

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