Nella splendida cornice del giardino della Casa Degli Atellani a Milano, Raffaella Curiel e la figlia Gigliola, hanno presentato la loro collezione A/I 2018 CURIEL. Un susseguirsi di suggestive proposte Haute Couture che ripercorrono un viaggio onirico, miscelando sinuosi segni d’arte e asciutte grafiche di patterns, ricerca stilistica e volontà di astrazione.
Un meraviglioso ensemble di pittura, architettura e musica, evocando per frammenti tanti echi letterari, decorativi ed emotivi. Per citarne alcuni: Gustav Klimt e la sua opulenta matrice Sezession. Le sublimi geometrie di Hofman, di Otto Wagner e Koloman Moser. Il colorismo fauve di ed espressionista di Egon Schiele. Non manca il surreale optical e la cifra architettonica di Hundertwasser.
La palette cromatica va dal blu che si declina in nuances infinite e cangianti: turchese e mikado, ottanio, lapislazzuli o pavone, trascolora in bouquet di verdi, dallo smeraldo e malachite fino al peridot. Ecco il rosso lacca, l’arancio d’oriente esaltato da oculi ellittici di colori vividi a rilievo in cornici d’oro vecchio e un delicato rosa début du Siècle.
I tessuti spaziano da impalpabili trame di pizzo nero e il dentelle avorio, frammisto a cigno e visone candido, dell’abito da sposa, ispirato al ritratto di Sonja Knips. Sui pittorici manteaux dalle forme ampie e suggestive, galleggiano broderies o si liberano stereometrie vibranti, mentre all’interno prendono vita magistrali e organiche creazioni di plissées o broccati a contrasto dallo splendore metallico.
Coats tutti siglati sul fondo da un’iscrizione programmatica e gioiosa: Curieloves You. Una vera dichiarazione d’amore, ricamata con canutiglie o minuscole perle, che si rivelano soltanto nel finale dello show. Velluto e chiffon brodé, network di spessori e lavorazioni alleggerite da bordi in fil coupé e fioriture fiabesche. Abbaglianti damier lamé dialogano con arabeschi cinesi e neo-rinascimentali. E, ancora, piccoli paletot in tweed a bulbo, siglati da losanghe graffite.
E poesia la sinfonia di verdi acquei e blu profondi che si raccontano attraverso microscopiche paillettes sul fourreau racchiuso da uno scrigno in velluto ton-sur-ton. La pelle lavorata come filigrana intrisa di bagliori, si abbina a strati di chiffon bluette. E poi tessuti antichi e preziosi, superfici dévorées, bottoni e spille Jugendstil, elementi metallici e applicazioni di pietre di un lusso barbarico e balzante. Insomma, un tripudio di trasparenze e ricchezza avvolgente, alchimia e ossimoro.
Quaranta modelli lungo un’elegia che magicamente riesce ad annullare il tempo.
Questo è lo stile magistrale di Lella e Gigliola CURIEL durante questa edizione di Milano Moda Donna.
Di FRANCO LORENZON
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