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Milano Moda Donna: le sfilate del secondo giorno

La moda al via ieri a Milano con le collezioni donna per il prossimo autunno inverno 2019/20. Le sfilate e le presentazioni.

La moda al via ieri a Milano con le collezioni donna che indosseremo il prossimo autunno inverno 2019/20. Scopriamo insieme tutte le novità di questo secondo giorno  di Fashion Week.

Le sarte e le macchine per lavorare a maglia sono state protagoniste della prima sfilata di United Colors of Benetton alla Fashion Week milanese.
Con la collezione Rainbow Machine è la prima volta che il marchio calca le passerelle meneghine e fa centro.

Questa mattina ad aprire ufficialmente il calendario è stata la sfilata di Alberto Zambelli.
Per il prossimo autunno inverno lo stilista porta in passerella silhouette che si gonfiano e si sviluppano su loro stesse in forme decostruite e morbide.
Le modelle sembrano creature emerse delle profondità degli abissi, Dee dell’acqua capaci di stregare ad ogni passo con pailetes, organze e chiffon.
I colori? Sabbia, verde, rosa corallo.

Il fascino dell’imprevisto da Alberta Ferretti.
La collezione per il prossimo autunno inverno 2019-20 della stilista libera il daywear dalle soluzioni troppo prevedibili per renderlo uno stile autentico, personale, eccentrico, fuori dagli schemi.

La donna di Alberta Ferretti scommette su bagliori di luce metallica, vuole tornare al glamour, da vera donna contemporanea.
La collezione di Alberta Ferretti per il prossimo autunno inverno 2019/20 è un incoraggiamento a osare l’imprevisto e a prefereire il non solito per esprimersi con una moda non imprigionata nei regolamenti e nelle tendenze.
Un modo d vestire che dichiara personalità e atteggiamenti, pensieri e sentimenti.

Tocca poi a Ricostru giudarci dal mare al futuro, la designer e fondatrice Riko Manchit Au porta al Museo della Scienza e della Tecnica le “uniformi” delle instancabili lavoratrici del futuro…Come l’avatar della serie “Psychedelic Workaholics” così le modelle che calcano la passerella di RICOSTRU, indossano un abbigliamento da lavoro dall’allure futuristica.

Capi in ecopelle, tessuti impermeabili luccicanti, rivestimenti e stampe high-tech.
Materiali in netto contrasto con quelli delle classiche tute da lavoro.
I luccicanti piumini impermeabili e i piumini in pelle ultra leggeri incarnano il nuovo ideale di “Abbigliamento da lavoro del futuro”, immaginati per viaggi nello spazio.
I colori fluo di alcuni abiti riflettono l’animo delicato e sognatore di tutti gli workhaolics come l’abito variopinto con stampe animalier.
La donna che veste Ricostru non dimentica gonne longuette avvitate e trench dal maxi bavero dall’effetto lucido.

Il suggestivo, intrigante ed enigmatico gioco delle luci polari e la purezza cristallina dei ghiacci Artici con le loro sfaccettature che riflettono i raggi di sole ispirano la collezione Byblos Autunno/Inverno 2019.

Affascinato dalle eteree e incontaminate regioni polari e dai colori sfavillanti dell’Aurora Boreale, Manuel Facchini, direttore creativo del marchio, disegna una collezione d’impatto, che pone l’accento su un approccio sostenibile.

Alla plastica delle bottiglie riciclate viene data una nuova vita diventando l’ingrediente segreto per creare perle ecologiche, che come diamanti sostenibili riflettono un’estetica rinnovata, radicata nella consapevolezza dei problemi legati al riscaldamento globale. Come cristalli di ghiaccio, queste perle purissime punteggiano una serie di capi generando effetti iridescenti su bomber cocoon, felpe con cappuccio e parka cristallizzati. Il nylon riciclato è invece usato per i capispalla urbani decorati da motivi grafici inspirati a un’idea di cosmo atemporale.

Rivelando l’anima autenticamente sportiva di Byblos, le costruzioni ergonomiche di caldi piumini e abitini seconda pelle, arricchiti da protezioni 3D, richiamano uniformi dell’hockey, fonte di inspirazione per i tagli decisi e i dettagli high-tech della collezione. Queste silhouette strutturate sono bilanciate dagli abiti origami, le cui forme ricordano la struttura molecolare del ghiaccio, che si scioglie creando effetti fluidi e liquidi. Le stampe sgargianti sono inspirate all’Aurora Boreale, un effetto luminoso generato dalla collisione di particelle elettriche solari con l’atmosfera terrestre.

Per la collezione autunno/inverno 2019-2020 Arthur Arbesser sceglie di concentrarsi su qualcosa di intimo. Il punto di partenza è infatti l’ambiente che il designer considera più vicino e familiare: il suo studio che si affaccia sulla Vecchia Milano.
Ed è proprio questa atmosfera, che si ritrova anche nell’utilizzo di alcuni materiali come il classico Casentino o il Loden austriaco, è sfidata dalla palette colore, la firma distintiva del design di Arbesser sin dagli esordi, attraverso l’utilizzo di toni pieni, saturi e avvolgenti . Le nuance si muovono tra il bianco, il panna e il marrone deciso, seguiti da lilla, ori e rossi corposi.
Il colore ha infatti sempre giocato un ruolo fondamentale nell’immaginario del designer austriaco, ridisegnando e ampliando lo spettro di scelte e accostamenti per il guardaroba femminile, con campiture generose e grandi riempimenti, proponendo completi e total look monocolore.
Melograni e litchee recuperano una stampa d’archivio, ora virata in colori nuovi, e riprodotta su tessuti fluidi e cotoni lisci; oppure in complessi jacquard, realizzati in collaborazione con il marchio tessile viennese Backhausen.
La precisione dell’architettura invece riecheggia nelle stampe, che si articolano in griglie che ricordano gli intrecci di abaco e quadri multicolore, ormai una cifra stilistica del brand.

È l’immagine di Amelia Earhart, e le sue attraversate in solitaria dell’Oceano Atlantico, ad ispirare l’inverno CALCATERRA 19/20. La sua figura carismatica, forte, libera e appartenente al secolo scorso, disegna l’intero impianto della collezione.
Prima donna a tentare il giro del mondo in aereo, celebrità assoluta del suo tempo, business woman ante litteram, animata da un indomabile desiderio di libertà.

A lei Calcaterra dedica una collezione contemporanea e moderna ma al tempo stesso ironica e mascolina senza rinunciare alla femminilità, of course!

Sulla passerella asimmetrie ed esplosioni di volume, a volte esagerate, a volte succinte e sensuali. La continua alternanza di sovrapposizioni e intersezioni traccia il DNA della collezione, come un volo acrobatico in solitaria. Le tuniche sono sovrapposte agli abiti, le gonne ai pantaloni mentre giacche e cappotti si inseriscono sotto pezzi in maglieria.

La giacca si evolve in una nuova dimensione, trasformandosi in tutto: cappotto, accessorio o un abito, il primo capo in valigia per un volo ideale oltre il tempo e le mode. La tuta da feticcio soggiogato alla sua funzione evolve fino alla sua versione più sofisticata: a bustier, in micro paillettes opache. La palette colori della stagione si amplia: dal cacao al bronzo, dal verde foresta a quello vitaminico. L’accent color è la mostarda di limoni.

Il bianco è della neve, mentre il nero è solo in lurex. I materiali spaziano dagli accoppiati da trench, fluidi ma corposi, ai cotonieri dall’aspetto casentino, per nuove interpretazioni del cappotto. Le lane tecniche si alternano a lane liquide, peso tela, utilizzate per camiceria e pantaloni fluidi. I nuovi Galles dall’aspetto tweed reinterpretano cappotto, giacca e abito, creando uno stile “Scottish” volutamente rielaborato con tagli a volte esagerati, a volte succinti, o con ricamo paillettes fumé.

Sulla passerella di Gilberto Calzorari va in scena “UN-NATURAL”,la nuova collezione FW 2019-2020, che rappresenta sia il coerente sviluppo di un preciso percorso artistico dove il tema della sostenibilità e del rispetto ambientale è sviluppato in maniera estremamente creativa e originale, non solo nelle scelte dei materiali, ma anche da un punto di vista tematico e concettuale.

II tema di una natura alterata, filtrata e modificata dall’uomo è infatti al centro della collezione, ed esplode nei preziosi tessuti broccati con motivi floreali che brillano in riverberi lamé verde o color rame, come contaminati da radiazioni acide, o nei ricami a forma di fiori sbocciati, ricavati in realtà da bottiglie di plastica riciclate, simbolo di una natura prigioniera della plastica.

Guerriere e dee. Maschile e femminile. Couture e sportswear. Nasce dai contrasti, dagli abbinamenti stridenti e inaspettati, dal sogno, ma soprattutto dalla realtà questa collezione autunno-inverno 19-20. Mario Dice, dopo 4 anni, fa tabula rasa di tutto il già fatto e già detto con le sue precedenti collezioni delineando, con una visione molto personale,lo zeitgeist della femminilità.Bandito ogni secco concettualismo, levigata con maestria d’artista ogni freddo minimalismo, MarioDice approda ad una semplicità rigorosa e quasi elementare dove l’essenza si fa sinonimo di lusso.Scandagliando l’universo femminile ne sublima la versione più forte e sensuale.Abiti immaginati non come corazze protettive, ma come involucri preziosi atti a contenere una ritrovata femminilità. Scolli profondi, cut-out e spacchi celebrano, sottolineano ed enfatizzano una sensualità glamour ed elegante.

Le nuanceaccese del bordeaux e del verde canard si fondono con il nero, il verde acqua, il lavanda, il rosa cipria e il bianco assoluto.Come uno scultore d’altri tempi che ama cesellare e infondere nuova vita alla materia, Dice intraprende un nuovo percorso, delinea nuove strade, sperimenta, trova nuove soluzioni, adotta nuove prospettive.I volumi si fanno generosi e grafici al tempo stesso. Ampi pantaloni “rubati” al mondo sport sono abbinati a giacche sartoriali doppiate in pizzo.

I tubini in lanagessata sono interrotti da tulle e maxi perle. Le lunghe tuniche scelgono cut out strategici, mentre l’aplomb del trench militare viene stemperato dalle maniche in visone.Le tuniche si fanno fluide e i nastri diventano spirali che abbracciano il corpo, il caban in visone ha una cintura corsetto trompe l’oeil in jais multicolor e la classica camicia bianca dalle forme pure ed essenziali, capo iconico di Mario Dice, si trasforma in un mini poncho dall’animo sexy, in una lunga tutasuper femminile e in unampio abito ricoperto di perle preziose.

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