Alle sfilate di Milano non manca l’introspezione.
Per farlo il designer usa tessuti, materia e volumi che sembrano evolvere in contesti visivi senza limiti nè orizzonti.
Gli abiti interagiscono con il paesaggio stesso, come nelle opere di Richard Long: attraverso un linguaggio primitivo, fatto di segni e simboli.
Il bianco, il nero, le ombre kaki e il rosso intenso, che solo il calore dell’anima può creare, ispirano nuove visioni, fino a toccare l’essenziale.
La linearità lascia il posto a forme nuove, ma non lo cede totalmente. Le accompagna, con inconfondibile pulizia espressiva, attraverso maxi e micro volumi che enfatizzano silhouettes inedite.
Una donna eterea, mascolina, il cui tratto femminile è attributo intimo e personale, metafisico e inafferrabile.
Negli ultimi mesi il trucco ha iniziato a muoversi in una direzione molto chiara, meno…
Arrivare a pochi giorni da Natale con ancora uno o due regali da comprare non…
Il cappotto teddy ha attraversato più inverni di quanto siamo disposte ad ammettere, ma solo…
C’è un dettaglio che negli ultimi mesi torna a farsi notare nei look più riusciti.…
Dicembre mette sempre il guardaroba sotto pressione. Non perché manchino i vestiti, ma perché all’improvviso…
Negli ultimi anni l’abbigliamento da lavoro ha cambiato pelle senza chiedere permesso. L’ufficio si è…