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Vanessa Saroni, luxury handbags: ogni donna è un arcobaleno

Vanessa Saroni è una donna dall’apparenza angelica, ma ha un carattere forte e determinato. Per il suo brand ha voluto una squadra di quasi sole donne.

Nata in Brasile, appassionata di architettura, innamorata dei colori della sua terra, Vanessa Saroni ha studiato Fashion Management all’Università di San Paolo. Lì scopre la passione per i tessuti e per i viaggi, disegna borse per le amiche.

Vanessa è una giramondo, nel 2005 si trasferisce in Europa, viaggia tra l’Inghilterra e l’Italia, poi arriva ad Amsterdam e per dieci anni lavora nel settore del turismo. Ama il suo lavoro, complice anche la naturale predisposizione per le relazioni umane, ma le manca la moda, quindi molla tutto e nel 2019 lancia il suo brand.

Le borse di Vanessa sono fatte a mano, i tessuti sono disegnati da lei e realizzati in Brasile, la pelle e la manifattura sono invece made in Italy. Quest’anno è stata selezionata da Altaroma nella sezione Showcase.

Vanessa Saroni è una donna dall’apparenza angelica, ma ha un carattere forte e determinato. Per il suo brand ha voluto una squadra quasi interamente al femminile e ha scelto la strada della sostenibilità ambientale e sociale.

Sicuramente troverà il modo per attuare il suo progetto-challenge di cui parla con passione nell’intervista.

Perché hai scelto di disegnare borse ?

Mi piacciono la geometria, l’architettura, l’arte. Durante l’università cercavo di capire quale fosse il mio talento, come riuscire a mettere insieme tutte le mie passioni. Nel disegnare borse ho trovato il punto di equilibrio tra amore per le forme e per la moda donna.

Come nasce la scelta di usare i tessuti per le tue borse ?

I fili del tessuto per me hanno un valore simbolico. Sono le relazioni, sono i fili che legano le persone, le amicizie, le loro storie.
Ho lavorato per molti anni nel mondo dei viaggi e durante questo periodo ho scoperto quanto siano importanti per me, le relazioni umane. Mi piace essere connessa con il mondo e soprattutto con le persone.

Le tue borse sono molto colorate e ricche di accessori che richiamano sia lo stile signorina che lo stile donna rock. Come nasce questo mix ?

Ogni donna è un arcobaleno. Le donne sono dinamiche, fanno tante cose contemporaneamente. Vogliono indossare qualcosa che porti gioia, ma che sia anche pratico e che possa trasmettere il mood di quel giorno. La scelta di usare tanti colori per le mie borse, nasce senz’altro dall’essere brasiliana, i fiocchi e le borchie dal mio essere romantica e forte al tempo stesso.

Come crei i tessuti ?

Creo un mood board ispirandomi all’arte, all’architettura, ma anche al modo di camminare e di muoversi delle donne. Poi disegno i tessuti, ne creo la trama, che condivido con la mia amica e collaboratrice, Marina che si occupa della realizzazione in Brasile. La tessitura è una parte importante delle mie borse e viene fatta solo da donne. Per fare un metro di tessuto ci vuole un giorno.

In che modo il tuo brand è attento alla sostenibilità ambientale?

Cerco di essere coerente nelle cose che faccio, per questo ho frequentato un corso specifico sulla sostenibilità ambientale e dentro di me è nato un forte senso di responsabilità. Perciò lavoro sempre con aziende che rispettano l’ambiente. I miei filati sono naturali e vengono usate colorazioni naturali, gli spray e le lavorazioni sono sempre a basso impatto ambientale. Con le aziende lavoro costantemente per ridurre al minimo la pressione sull’ambiente.

Qual è la tua stilista preferita ?

Senz’altro Chanel. Vorrei ispirarmi alla sua moda senza tempo. Tra le giovani stiliste mi piace la designer brasiliana Paula Cademartori che disegna borse e scarpe.

“Our women” è un progetto per le donne che lavorano con te.

Dopo la lunga parentesi nel settore del turismo, ho deciso di riprendere il mio lavoro di designer con una nuova consapevolezza e con uno scopo: lavorare con le donne che avevo incontrato. Volevo fare qualcosa che desse senso alla mia attività, ma anche importanza al lavoro delle donne.

Ho voluto mettere insieme amiche di tutte le età, di cui alcune che avevano perso il lavoro, magari perché over cinquanta. Ho pensato che ognuna di loro potesse raccontare la propria storia, la propria umanità e ho deciso di pubblicare le loro storie, ripercorrendo le loro emozioni attraverso la tessitura.
Voglio dare a spazio a tutte le donne che lavorano con me. Le borse non solo mie, sono anche loro.

Progetti per il futuro?

Un progetto cui sto pensando in questi giorni, nasce dalla mia esperienza post Covid ed è sempre rivolto alle donne.

Sono una persona molto credente e cerco di trasmettere spiritualità e fede in tutto quello che faccio. Alla fine della mia malattia sono andata a ringraziare il Signore e in quel momento ho pensato alle donne che vivono in condizioni di reclusione.

Ho immaginato quale fosse il loro pensiero il primo giorno fuori dal carcere, una volta scontata la pena.

Ho immaginato il loro disorientamento, il rischio di essere escluse dalla società. Così ho deciso di organizzare dei laboratori in un carcere femminile per insegnare a fare tessuti o borse. Ho cominciato a prendere contatti con le carceri di Pisa e Firenze. So che non è facile, è il progetto più challenge della mia vita, ma vorrei davvero aiutare le donne a reintegrarsi nella società insegnando loro l’artigianalità brasiliana e italiana.

Annamaria Di Fabio

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