I vestiti vegani rappresentano la nuova frontiera dello stile cruelty-free: non si rinuncia alla bellezza del furry, ma gli animali vivono serenamente!
Secondo alcuni dati legati all’alimentazione, la dieta vegana e vegetariana ha visto un incremento del 5% al livello mondiale. Un risultato molto importante e soprattutto che inizia a far riflettere: sempre più persone stanno difatti decidendo di non volersi più nutrire da alimenti che abbiano in coinvolgimento la produzione di massa di derivati animali compresa ovviamente la carne stessa. Nonostante le controversie in campo nutrizionale, altri studi confermano funzionale l’alimentazione vegetale e non si esclude che negli anni a seguire venga abbracciata ancor di più dalla popolazione.
Nel frattempo però, molte aziende hanno iniziato a sposare la filosofia cruelty-free, ovvero eliminare del tutto l’uso di pelle e pellicce derivanti da animali. Persino la scienza sta limitando lo studio e la sperimentazione animale, ennesimo dato fondamentale. Soprattutto negli ultimi anni, di voga sono andati i cosiddetti vestiti vegani, ovvero capi di qualsiasi tipologia realizzati con fibre vegetali al 100%, pertanto vedendo l’esclusione stessa della pelle e della seta. Il risultato? Rispetto dell’ambiente, dell’animale, impatto sul globo positivo e riduzione dell’inquinamento. Ma quali marchi sposano del tutto la filosofia vegana?
Vestiti vegani, perché scegliere di indossarli nel 2025: una scelta ponderata e rispettosa
Non sono poche le aziende di moda che abbiano scelto di abbracciare totalmente la filosofia vegana, alcune più di nicchia, altre persino al livello mondiale. Alcuni brand fast-fashion stanno riducendo ampiamente l’uso della pelle, delle piume e della lana, a favore di una lavorazione del tessuto in fibra sintetica. Questa copre, protegge e riscalda al pari di una animale, pertanto la differenza non è neppure percepibile. Inoltre, la produzione di abiti pret-à-porter rimane ancora ad oggi quella più inquinante in assoluto, e considerando che il nostro pianeta sia ufficialmente ‘morto’, aiutarlo a tornare in vita è quanto di più intelligente l’essere umano possa fare.

Ma come orientarci su questa scelta? Quali sono i brand di cui fidarsi e a cui affidarsi? CasaGin sicuramente rientra appieno titolo tra i brand vegan per eccellenza, con il loro uso di cotone biologico e del Tencel, un tessuto al 100% naturale e vegetale derivante dalla cellulosa del faggio e dell’eucalipto. Resistente sino ai 40° e in grado di sopportare le basse temperature, è elastico, si adatta a qualsiasi body shape e CasaGin lo usa per la produzione di biancheria intima, pantaloni, maglie e gonne.
Altro brand su cui puntare è Malìa Lab, specializzato nella produzione di accessori quali borse e molto altro. Filosofia totalmente vegana, ogni pezzo è prodotto in Italia con cotone riciclato, poliuretano ecologico e inoltre l’azienda si impegna nella trasparenza totale legata alle tecniche di produzione. Scegliendo Malìa Lab si farà molto bene all’ambiente e agli animali stessi. Cingomma invece è specializzato nella realizzazione di borse, accessori di ogni genere: dal sughero alla canapa, ogni materiale è totalmente vegetale e viene impiegato nel pieno rispetto dell’ambiente, producendo tra l’altro prodotti di grande qualità seguendo i più ultimi trend di moda.

Infine, anche nel campo dell’Haute Couture troviamo alcuni nomi che si stiano impegnando nel rispetto ambientale e nella filosofia cruelty-free, tra i tanti spicca il nome di Stella McCartney. La maison si impegna a produrre abiti pret-à-porter e di Alta Moda senza l’uso di pelle, seta, pellicce o qualsiasi derivazione animale, puntando tutto sul bio e sulla sostenibilità vegetale. Insomma, una nuova era che può certamente dare i suoi grandi benefici!