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Storie di moda

Tailleur Chanel, com’è nato l’iconico completo ad oggi emblema di stile: una storia da ricordare ancora

Com’è nato l’iconico tailleur di Chanel che ad oggi ampiamente usiamo e conosciamo? Una storia che è giusto ricordare: la rivoluzione di una donna ‘costretta’.

Erano solo gli anni 20 quando una donna, ad oggi La donna per eccellenza, decise di sconvolgere radicalmente tutta la moda: all’epoca la figura femminile era costretta in corsetti che rimodellassero il corpo, che lo facessero apparire docile, sensuale e curvo al punto giusto, con quel vitino d’ape che se ad oggi è disprezzato e abbondantemente abbandonato(oltre che problematico per la salute), all’epoca massimo vigore femminile. Gabrielle Chanel, chiamata da tutti Coco, firmerà da lì a poco la vera rivoluzione in campo sartoriale.

In qualche modo riesce ad essere colei che rinfrescherà la moda, le tendenze, aiutando le donne a ritrovare una nuova sensualità meno contenuta e vivace, senza rinunciare ai canoni estetici di bellezza e portamento. E la storia del suo tailleur merita ancora di essere raccontata.

Tailleur Chanel, com’è nato il mito della nuova sensualità femminile

Non erano ancora gli anni 20 quando Gabrielle Coco Chanel frequenta la corte del Duca di Westmister: periodo d’oro, ricco di innovazione e di rivoluzioni industriali così come piena epoca del proibizionismo. Se l’uomo inizia a raccogliere uno stile sempre elegante ma più morbido, alla donna è ancora legato quel concetto di sensualità contenuta, quel bustier sì meraviglioso e sexy, ma che in realtà era volto a contenerle queste forme preziose, modellando a piacere della figura maschile la body shape.

Tailleur Chanel, com’è nato il mito della nuova sensualità femminile (Foto Ansa) – sfilate.it

Coco inoltre, apprezzando la compagnia del Duca, conosce e inizia a incuriosirsi del tweed, un tessuto molto morbido e caldo, che al contempo garantiva alle giacche maschili una certa struttura difficile da rovinarsi e che non facesse molte pieghe. Inizia a lavorarlo in modo squisitamente sartoriale fin quando decide di rivoluzionare tutto: le linee da corsetto vengono abbandonate e decide di creare un completo giacca gonna abbinato, la parte top vede un’unica cucitura centrale sulla schiena, chiusura centrale con i classici applique bottoni gioiello, un arrotondamento delle spalle per rendere più agevole il movimento.

La gonna non domina la scena della giacca, anzi, la completa in un ton sur ton mix seta, lana e tweed molto morbido che supera leggermente l’altezza del ginocchio. La gamba inizia quindi ad essere più scoperta e libera, a favore di una calzatura più elegante. La vera novità del tailleur però risiede nella mancanza di colletto, con una presenza invece di bordino realizzato meticolosamente lungo il tratto delle cuciture. Questo non solo cambia vertiginosamente tutti i connotati della figura femminile, ma le permette di sposare silhouette più maschili senza perdere il fascino della sensualità.

Ad oggi la linea del tailleur rimane fedele a quella originaria di Coco (Foto Ansa) – sfilate.it

La vita non è più accentuata, anzi, si perde quasi la curvatura naturale del fisico a clessidra pur rispettando la struttura del corpo e l’intera linea risulta dolcemente curva, senza esagerare. Purtroppo Chanel si vedrà costretta a chiudere il suo atelier per colpa della guerra, riaperto successivamente al suo termine. Crederà talmente tanto nel suo tailleur che saranno le ricche donne americane ad innamorarsi di questo nuovo taglio sartoriale. Dagli anni venti si arriverà ben presto ai quaranta e cinquanta, il tailleur diventa il completo per eccellenza di tutte le donne che non vogliono rinunciare alla bellezza in modo assoluto.

Dagli appena 100 dollari si arriva alla vendita di 1000 al pezzo e sarà Jackie Kennedy, fedele cliente di Chanel a farlo conoscere ancor di più in tutto il mondo. Il resto è una storia che si racconta ancora oggi!

Cesare Orecchio

Amante dell’arte, della cucina e della scrittura, inizio il mio percorso a soli 18 anni dopo essermi diplomato in Storia della Moda e tecniche della confezione, pubblicando la mia prima raccolta di poesie ‘Petali di vita’. Ho cambiato poi vita diventando cuoco professionista nella mia città natale Messina per poi abbracciare la scrittura a 360°.

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