Il cinema italiano dice addio a Eleonora Giorgi, volto iconico degli anni ‘70 e ‘80. Dietro la sua carriera di attrice si nascondeva un talento ancora poco ricordato.
Eleonora Giorgi se n’è andata a 71 anni, lasciando un segno indelebile nel cinema italiano. Negli anni ’70 e ’80, è stata un’icona del grande schermo, passando dal cinema d’autore a quello più leggero con una naturalezza incredibile. Il pubblico l’ha amata per il suo talento, la sua bellezza e quel mix di eleganza e spontaneità che la rendeva unica. Ha recitato con i più grandi, da Verdone a Celentano, conquistando premi e riconoscimenti, tra cui un David di Donatello per Borotalco. Ma Eleonora non si è fermata alla recitazione: è stata anche regista, musicista e sceneggiatrice, dimostrando una versatilità artistica che pochi ricordano.
Negli ultimi anni, la sua battaglia contro il tumore al pancreas è stata un esempio di forza e coraggio. Ha affrontato la malattia con una lucidità e un’apertura che hanno commosso tutti, parlando senza filtri delle sue condizioni e dei trattamenti sperimentali a cui si è sottoposta. Purtroppo, la situazione è peggiorata rapidamente. Oggi il cinema italiano perde un volto indimenticabile, ma il suo ricordo resta vivo nei film che ha interpretato e nella personalità luminosa che ha sempre mostrato.
Un’assenza che pesa, un’eredità che resta quella di Eleonora Giorgi
Il cinema l’ha resa celebre, certo, ma il suo talento non si è fermato alla recitazione. C’era la musica, ad esempio. Negli anni ‘80 ha trovato spazio nelle colonne sonore e nei dischi, come quando ha cantato Magic per il film Mia moglie è una strega. Non tutti ricordano che si è cimentata anche con un 45 giri scritto da firme importanti come Cristiano Malgioglio, Pino Presti e Corrado Castellari. Un piccolo esperimento, forse, ma che racconta di una donna che amava l’arte in tutte le sue forme e non si accontentava di essere solo un’attrice.

La voglia di raccontare storie l’ha spinta anche dietro la macchina da presa. Nel 2003 ha diretto il suo primo e unico film, Uomini & donne, amori & bugie. Era una pellicola sentimentale, ma con quel pizzico di amarezza che rende tutto più reale. La trama parlava di tradimenti e famiglie scomposte, temi che conosceva bene e che ha saputo trattare con sensibilità. Non era semplice imporsi come regista in un mondo dove le donne dietro la cinepresa erano ancora rare, eppure lei c’è riuscita, aggiungendo un altro tassello a una carriera già ricca.

Ma se c’è qualcosa che tutti ricordano di Eleonora è la sua immagine, sempre perfetta e curata, senza mai risultare costruita. Negli anni ‘70 e ‘80 è stata un’icona di stile, con quei capelli biondi morbidi, lo sguardo dolce e magnetico, il portamento elegante. Non era la bellezza aggressiva e sfacciata di altre attrici dell’epoca, ma qualcosa di più raffinato, quasi etereo. Eppure, dietro quell’aria da bambola, c’era una donna forte, intelligente, capace di farsi valere senza bisogno di alzare la voce. Anche negli ultimi anni, segnati dalla malattia, non ha mai smesso di essere se stessa… truccata con discrezione, con un filo di rossetto e gli occhi sempre luminosi. Non ha mai ceduto al trasandato, nemmeno quando il corpo iniziava a cedere.

La sua scomparsa lascia un vuoto, ma il suo ricordo resta vivo nei suoi film, nei suoi personaggi e nel suo modo di essere. Non ha mai rinnegato il suo passato, nemmeno quando la critica era severa o quando il tempo sembrava volerla mettere da parte. Ha vissuto con eleganza fino alla fine, affrontando anche la malattia con una sincerità che ha colpito tutti. E forse questo è il segreto della sua eredità… essere riuscita a rimanere sempre fedele a se stessa, senza mai perdere il suo fascino e la sua dignità.