Dal desiderio di mare nasce l’idea di un bagno che parli di quiete, luce e semplicità: uno spazio che accoglie ogni giorno con i toni del Mediterraneo.
C’è qualcosa nel mare che non mi stanca mai. Anche quando non lo vedo, anche se è lontano. Lo sento lo stesso, nei dettagli, nei colori, nella luce che cambia, in certe superfici che ricordano la sabbia o la pietra scaldata dal sole. E quando ho pensato a come arredare il bagno, è stato naturale seguire quella direzione. Non tanto per creare un effetto da cartolina, ma per avere ogni giorno una sensazione familiare.
Portare il Mediterraneo in casa non è solo una scelta che riguarda lo stile, per me è un modo per tenere vicino un certo tipo di libertà. Il rumore del vento tra gli ulivi, la calma delle giornate lunghe, la luce che rimbalza sulle pareti bianche. Tutte immagini che mi accompagnano e che voglio tradurre in materiali, forme, colori. Il bagno diventa così uno spazio personale, intimo, ma anche pieno di atmosfera. Come una stanza che respira con me.
Come portare il Mediterraneo in una stanza senza vista mare
Non cercavo uno stile preciso, almeno all’inizio. Cercavo una sensazione, qualcosa che mi facesse sentire in pace, come succede quando guardo il mare all’orizzonte senza fare nulla. Per questo ho cominciato dalla luce. Volevo che entrasse il più possibile, senza barriere. E dove non c’è, ho scelto lampade che la imitano, con vetri trasparenti, ceramiche chiare e tonalità calde. Niente luce fredda, niente riflessi metallici, solo calore.

I colori sono arrivati subito dopo. Il bianco, ovviamente, come base, ma non il bianco finto o lucido. Quello vero, leggermente poroso, che cambia con la luce del giorno. Poi ho aggiunto dei tocchi di blu, ma con leggerezza. Azzurro chiaro, turchese, a volte un verde salvia, senza voler riprodurre nulla. Solo accenni, come ricordi di viaggi. Anche le sfumature della terra mi piacciono: ocra, sabbia, terracotta.
Per i rivestimenti ho evitato le geometrie forzate, non mi interessa che tutto sembri studiato al millimetro. Ho scelto piastrelle artigianali, con qualche imperfezione, magari fatte a mano o che sembrano tali. In certi punti ho lasciato solo intonaco o calce. Nei bagni che ho visto in Grecia, in Andalusia, nel sud della Francia, non c’era mai troppa precisione. E forse è quello che li rende così vivi.

I materiali, poi, contano più delle forme. Marmo grezzo, pietra naturale, un po’ di legno non trattato. Anche il gres, se ben scelto, può restituire quel tipo di sensazione. Per quanto riguarda i sanitari li volevo morbidi, senza spigoli, linee tonde, semplici. Qualcosa che non interrompesse mai il fluire dello sguardo.
Ho scelto un lavandino da appoggio in ceramica bianca e dei rubinetti in acciaio satinato. Avrei voluto l’ottone, ma temevo l’effetto troppo decorativo. Il bagno dev’essere bello, sì, ma anche silenzioso, in fondo è un luogo in cui cerchiamo intimità. Anche la doccia, che ho fatto walk-in, segue questa idea. Niente box invadenti ma solo una parete, magari decorata, ma sempre senza esagerare.

Poi c’è la vasca. Se c’è lo spazio, ne vale la pena. Una vasca freestanding non è solo funzionale, è come un invito a rallentare. Io ne ho scelta una ovale, molto semplice, messa sotto la finestra. Ogni volta che mi immergo, mi sembra di essere in vacanza, anche se fuori piove. Lo stesso vale per gli arredi, devono essere pochi, ma giusti.
Un mobile in legno chiaro, una mensola aperta, qualche cesta in fibra naturale. Mi piace vedere la trama del materiale, sapere che è lì anche al tatto. Poi per un tocco in più si potrebbero mettere dei vasi con lavanda e rosmarino che fanno subito Mediterraneo. E poi fanno anche comodo perché se si curano per bene si possono utilizzare anche in cucina.

Anche uno specchio senza cornice, un porta sapone in ceramica, qualche tessuto leggero in lino possono fare una bella figura. I tappeti devono essere morbidi, ma senza sottili. Le tende, se ci sono, devono lasciar passare la luce e non devono essere di quelle pesanti che bloccano l’illuminazione.
Arredare così è stato più un esercizio di sottrazione che di aggiunta. Ho tolto tutto quello che non serviva, e quello che è rimasto ha trovato un suo posto. Il mare, in fondo, è così… immenso, ma mai pieno, silenzioso, ma mai vuoto. E il mio bagno, ora, parla quella lingua che si incastra perfettamente nelle tendenze del momento.