Prima di TikTok, prima di Pinterest, lo stile clean girl esisteva già. Lo trovavi in TV, tra i personaggi che sembravano sempre in ordine anche dopo mille giri di scena.
Jennifer Aniston nei panni di Rachel Green ne è stata una pioniera inconsapevole. I suoi look in Friends, tra canotte bianche, gonne midi e capelli raccolti, sono ancora oggi un riferimento per chi cerca un’eleganza naturale, quotidiana, fatta di equilibrio più che di tendenze. Stesso discorso per Rory in Una mamma per amica. Maglioni morbidi, tonalità neutre, jeans puliti. Sembrava sempre pronta per uscire, ma senza mai sembrare vestita apposta.
È proprio questa la chiave dello stile clean girl: sembrare sempre a posto senza sembrare truccata. Funziona perché non è costruito, anche se ovviamente lo è. È curato ma rilassato, preciso ma mai troppo rigido. Non richiede un armadio infinito né l’ultimo trend della stagione. Richiede buon senso, occhio per le proporzioni, e una palette che non dia mai nell’occhio.
Pochi capi, tante combinazioni: l’arte del basic ben fatto
C’è un dettaglio che accomuna tutte le clean girl della TV: non sembrano mai fuori posto. Anche quando sono in tuta o con una felpa oversize, c’è qualcosa nel modo in cui si presentano che le rende ordinate. Lo si vede nei colori che usano, nel modo in cui scelgono un accessorio e lo portano con disinvoltura.
È quella capacità di fare sembrare semplice ciò che, in realtà, nasce da un certo controllo. Rory, ad esempio, alternava look quasi da collegiale a toni più adulti, sempre mantenendo una coerenza precisa. Niente stampe vistose, pochi fronzoli, tagli netti e puliti. Una maglia color crema, un pantalone morbido, una coda bassa ben fatta.

Lo stesso discorso vale per Rachel Green, soprattutto nelle stagioni centrali. I suoi look sono la prova che il clean non è sinonimo di piattezza. Un pantalone a vita alta con una camicia leggermente aperta, un blazer portato senza rigidità, scarpe sempre curate. Sapeva scegliere capi semplici ma con tagli precisi. Cose che oggi troveremmo facilmente da COS o Arket, oppure nella linea più pulita di Zara.
Nella pratica, costruire uno stile così non significa replicare quei personaggi. Significa capire che tipo di capi funzionano davvero ogni giorno. La canotta bianca, ad esempio, torna sempre. Aderente ma non costrittiva, funziona con un cargo largo, con un pantalone sartoriale, sotto un blazer destrutturato. La forza sta nella sua versatilità. Stesso discorso per il pantalone ampio in toni neutri. Grigio chiaro, taupe, beige caldo, sono colori che reggono ogni abbinamento. Bastano una camicia in lino, una sneaker ben tenuta e l’effetto è subito pulito.

Il tema dei materiali non è secondario. Cotone, lino, maglia leggera, viscosa… tutto ciò che cade bene senza segnare. I tessuti fanno la differenza perché aggiungono struttura senza rigidità. Un cardigan leggero nei toni della pelle, ad esempio, diventa un ottimo jolly nelle mezze stagioni. E anche un abito a colonna, magari cipria o avorio, può diventare un pezzo chiave se portato con sandali flat o sneakers bianche.
Anche gli accessori devono rientrare in questo equilibrio. Non è il momento degli orecchini oversize o delle borse ricoperte di logo. Qui funzionano cerchi piccoli, montature sottili, borse a spalla con linee dritte. Gli occhiali da sole? Aviator o rettangolari, mai troppo eccentrici. L’idea è quella di armonizzare, non di aggiungere volume visivo. Anche la pettinatura segue la stessa logica. Coda bassa, chignon morbido, molletta neutra, niente di troppo costruito, ma neanche trascurato.
Alla fine, il rischio più comune è voler aggiungere troppo. Più accessori, più colori, più forme. Ma lo stile clean girl non vive di quantità. Vive di misura. E come certe icone televisive ci hanno insegnato, a volte basta una maglia giusta e una pettinatura fatta bene, anche se fuori è lunedì, e dentro non proprio.