Una nuova tendenza sopracciglia conquista i make up artist: si chiama “nude scolpito” e punta tutto su tecnica e forma, lasciando da parte colori e pigmenti.
D’estate il trucco sembra sempre un compromesso: troppo leggero e sparisce, troppo strutturato e diventa pesante. Le sopracciglia, poi, sono tra le prime a cedere. Matite che sbavano, gel che si sciolgono, linee perfette al mattino che nel pomeriggio sembrano un ricordo. In mezzo a tutto questo, si fa strada una soluzione inattesa: non colorare affatto. Niente marroni caldi, niente taupe modulabili. Solo forma, struttura, luce. È il momento delle sopracciglia nude scolpite.
Il nome può sembrare un paradosso, ma la logica è molto chiara. Si lavora sui volumi, sulle linee, sulla posizione dei peli. Ma lo si fa senza aggiungere colore, senza modificare ciò che è visibile. Il risultato? Una cornice pulita, coerente, presente anche se invisibile. Non è trucco, ma è pensato come tale. Funziona al mare, in città, dopo un’ora di sport. E intanto fa breccia anche tra i professionisti, che la stanno usando ovunque, dalle passerelle alle campagne beauty.
L’effetto c’è, ma non si vede: cosa vuol dire davvero “nude scolpito”
La differenza si vede soprattutto quando la luce colpisce il viso. Dove un tempo c’erano ombre disegnate con la matita, adesso c’è solo un punto luminoso sotto l’arcata. Il resto lo fa il movimento, peli pettinati in direzioni precise, fissati con gel invisibili o con il vecchio trucco del sapone. Non c’è niente di nuovo, eppure è tutto nuovo. Perché l’effetto finale non è mai rigido, mai artefatto. È un tipo di ordine che sembra naturale, ma che in realtà si costruisce passo per passo, con attenzione e un pizzico di pazienza.
Tutto parte dagli strumenti, e la lista sorprende. Nessuna matita, nessun ombretto, niente pigmenti. Quello che serve è più simile a una routine skincare che a un trucco. Al primo posto c’è il sapone, ma non uno qualsiasi. Serve un prodotto fissante, trasparente, meglio se in versione saponetta solida o gel ultra strong. È lui che tiene tutto in posizione, anche col caldo, anche sotto l’acqua. E poi lo spazzolino, o il pettinino a denti fitti. Fa tutto lui, direziona, distribuisce, controlla. Senza di lui, il gel non serve a molto.

Le pinzette vengono dopo, ma non sono meno importanti. Servono per rifinire la forma di base, con tocchi leggeri. Nessuna linea netta, solo piccoli aggiustamenti. L’illuminante entra in scena più tardi, ma dev’essere scelto con attenzione: liquido o cremoso, quasi impercettibile. Non deve brillare, solo accendere il punto giusto sotto l’arcata. Per chi vuole più controllo c’è la cera trasparente, perfetta per fissare eventuali peli ribelli. In alternativa, un primer per sopracciglia può dare struttura nei punti più deboli, ma va dosato bene.
Si inizia da una base pulita. Le pinzette servono a ripulire il contorno, ma senza esasperare. Poi arriva il momento del sapone o del gel, si lavora con lo spazzolino, pettinando verso l’alto ma seguendo l’inclinazione naturale del pelo. Non è una direzione fissa, cambia da persona a persona. È qui che si costruisce l’illusione, ogni pelo va messo a posto, come se si stesse scolpendo una mini struttura.

Se ci sono zone più difficili, si può intervenire con la cera incolore. Serve solo dove i peli non seguono la linea, e sempre in piccole quantità. Poi si passa all’illuminante. Va applicato sotto l’arcata, con un pennello piccolo o direttamente con le dita. Deve fondersi con la pelle, dare solo un accenno di luce. È un punto chiave, perché dà profondità senza appesantire. Alla fine si controlla tutto. Si guarda la simmetria, si asciuga bene il prodotto, si sistemano i peli che si sono mossi.
Questo approccio funziona particolarmente bene su chi ha già una base forte. Non servono sopracciglia folte, ma almeno una struttura visibile, una linea da cui partire. Per chi ha peli sottili o molto chiari l’effetto può funzionare comunque, ma andrà adattato. Magari con un primer leggermente opaco per dare corpo, o con un tocco di cera trasparente solo nei punti strategici. Ma la logica resta sempre la stessa, niente disegno, solo forma. Niente riempimento, solo direzione. Anche i truccatori più noti, da Londra a Parigi, stanno abbandonando le matite nei backstage. A fare tutto è la texture naturale della pelle, il riflesso, il modo in cui la luce si ferma sopra l’osso.

La sfida è farlo sembrare facile. Perché in realtà questo tipo di trucco richiede precisione, non si può improvvisare. Se si esagera con il prodotto fissante si crea una patina che si vede, e rovina tutto. Se si trascura la simmetria, l’effetto si perde. Bisogna osservare il viso, capire come crescono i peli, individuare i punti da valorizzare. E soprattutto non farsi prendere la mano con gli illuminanti. Quelli troppo densi o grassi spezzano la leggerezza dell’insieme. Serve una formula sottile, quasi liquida, che illumini senza lasciare traccia.
Alla fine, il successo del nude scolpito sta anche nella sua adattabilità. Va bene con qualunque tipo di trucco occhi, perché non interferisce. Funziona con look intensi, con linee grafiche, con glitter o ombretti colorati. Ma regge anche da solo, su una pelle idratata, con solo un tocco di gloss. In foto è impeccabile, ma nella vita reale lo è ancora di più.