Ho odiato il mascara waterproof per anni, finché non ho scoperto cosa sbagliavo

Molte persone evitano il mascara waterproof perché lo trovano difficile, rigido, ingestibile. Ma il problema non è nel prodotto: è nel modo in cui lo si applica e si rimuove.

Per anni ho pensato che il mascara waterproof fosse una piccola trappola nascosta nel beauty case. Lo provavo, mi promettevo di dargli una chance, poi puntualmente finiva sepolto in fondo al cassetto. Le ciglia sembravano irrigidite, quasi ostili. Struccarsi era un campo di battaglia. E ogni volta, mi dicevo che non era il prodotto per me. Troppo ostinato, troppo drama per il trucco di tutti i giorni. Anche quando lo usavo in vacanza o per qualche evento, il risultato era sempre lo stesso: ciglia infelici, occhi secchi, poca voglia di replicare.

Solo col tempo mi sono accorta che il problema non era lui. E nemmeno io, in realtà. Il problema era come lo trattavo. Pensavo bastasse usarlo come un qualsiasi mascara, con le solite due passate veloci, e che facesse tutto da solo. Non è così. E non sono l’unica. Parlando con amiche e colleghe, ho capito che molte hanno lo stesso rapporto complicato con il mascara waterproof: lo evitano perché non funziona, ma in realtà non sanno bene come usarlo.

Il mascara waterproof non è cattivo, siamo noi a usarlo male

All’inizio pensavo fosse solo una questione di formula. Troppo denso, troppo secco, troppo tenace. Poi ho capito che il vero problema era l’approccio. Il mascara waterproof non perdona, non è flessibile come quelli tradizionali. Richiede più attenzione, ma non nel senso di complicarsi la vita. Solo che va trattato in un altro modo. Lo applichi come se fosse uno qualunque e lui si ribella. Fa le ciglia a ciuffi, irrigidisce lo sguardo, si incolla dove non dovrebbe.

occhio con mascara
Il mascara waterproof non è cattivo, siamo noi a usarlo male – sfilate.it

Il primo errore che ho sempre fatto, e che fanno in tante, è la quantità. La mano va da sola: stratifica, insiste, ripassa, perché siamo abituate a costruire l’effetto con due o tre passaggi. Col waterproof questo non funziona. Il risultato diventa pesante, poco definito, spesso ingestibile. E l’effetto volume che speravi si trasforma in un impasto sgraziato. Anche solo un millimetro in più e cambia tutto. Serve invece una mano più leggera, quasi timida.

Ma non è solo questione di quanto ne metti. Conta anche come prepari le ciglia prima. Un passaggio che spesso si salta per fretta o abitudine. Pettinarle, asciugarle bene, eventualmente usare una base leggera o un mascara classico sotto… sono piccole mosse che fanno la differenza. Il waterproof, di per sé, non è pensato per modellare o dare volume. Il suo compito è sigillare e se gli chiedi di fare tutto da solo, ti delude. O meglio, fa quello che può. Ma non è pensato per quello.

occhio con mascara
Quando il mascara waterproof ti salva la giornata – sfilate.it

La scelta della formula, poi, è un altro dettaglio che spesso trascuriamo. Ne esistono di mille tipi, ma molti sono progettati per durare, non per incurvare. Se hai ciglia dritte o sottili, alcuni waterproof possono appiattirle ancora di più. Serve capire cosa cerchi: solo tenuta? Allora sì. Ma se vuoi anche forma e struttura, forse devi usarlo in combo con qualcos’altro. Un primer incurvante, una formula più leggera sotto, un piegaciglia prima. L’effetto finale diventa naturale, ma resta lì anche dopo una giornata intera sotto il sole o in giro per la città.

Poi c’è il capitolo “struccarsi”, che è quello che ha fatto odiare il mascara waterproof a generazioni intere. Sfregare, insistere, passare mille volte il dischetto: tutto sbagliato. Il mascara waterproof non si toglie con l’acqua micellare, non con le salviettine. Serve un prodotto oleoso o bifasico, e serve pazienza. Qualche secondo di posa, il tempo che si sciolga. Se impari a lasciarlo andare nel modo giusto, ti sorprende. Viene via senza fatica, senza aggredire le ciglia.

occhio con mascara
Bastano tre gesti, ma devono essere quelli giusti – sfilate.it

Ripensandoci, credo che il mio trauma con il waterproof sia nato anche per colpa di un’immagine: Charlotte in La Principessa e il Ranocchio, quando si scioglie in lacrime con la faccia stravolta e i rivoli neri sulle guance. Quel tipo di mascara lì, che cola alla prima emozione, ti resta in testa come monito. Solo che la colpa, in quel caso, era di un mascara sbagliato per la situazione.

E forse anche di un’applicazione fatta di corsa. Oggi, se voglio evitare di finire come lei a fine serata, so che bastano due accorgimenti. Ma ci ho messo un po’ a capirlo.

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