Succede ogni tanto che un accessorio considerato di nicchia torni al centro della scena e ci resti, silenzioso ma deciso. È quello che sta accadendo con un orologio.
Parliamo del Cartier Baignoire, un orologio che non è il più iconico della maison, non ha l’imponenza del Tank né la sensualità felina del Panthère, eppure proprio per questo affascina. Un ovale allungato, una cassa leggermente curva, dimensioni ridotte che sembrano un vezzo, e invece sono una dichiarazione precisa. Il Baignoire non vuole dominare il polso, vuole seguirlo. E oggi, in un’epoca in cui tutto sembra correre verso il maxi, il vistoso, il dichiarato, l’eleganza sommessa di questo orologio ha trovato terreno fertile.
Complice una nuova generazione di icone che sta ridefinendo cosa significa lusso personale, il Baignoire è tornato nei radar. Lo indossa Kendall Jenner, mescolandolo a look street con giacche da corsa e denim destrutturati. Lo colleziona Tyler, The Creator, da sempre affezionato ai Cartier vintage più rari e narrativi. Ma non è solo una questione di nomi noti. Il suo ritorno ha più a che fare con un certo tipo di desiderio: quello di oggetti che hanno storia, ma non nostalgia.
Dall’utopia anni ’70 al lusso contemporaneo: la storia del Baignoire
Per capire il fascino attuale del Baignoire bisogna guardare al suo passato. Nato agli inizi del Novecento da un’intuizione di Louis Cartier, è stato pensato come un orologio dalla forma morbida, quasi ellittica, capace di assecondare la linea del polso in modo naturale. Il nome, “vasca da bagno”, è ironico quanto evocativo: richiama le vasche ovali dei boudoir aristocratici, un’immagine di intimità e raffinatezza. Negli anni è passato per fasi diverse, si è allungato negli anni ’70, si è arricchito di diamanti, è stato portato da donne come Catherine Deneuve e Jeanne Moreau.

Oggi, mentre il mercato degli orologi guarda ai modelli sempre più imponenti e vistosi, il Baignoire appare quasi come un gesto di controtendenza. È piccolo, ma non timido. E forse è proprio per questo che una nuova generazione, in cerca di oggetti con significato più che di status, lo ha riscoperto. Non a caso chi ama mescolare stili in modo disinvolto, come la già citata Kendall Jenner, lo sceglie e lo abbina con naturalezza a una giacca racing, stivali e una borsa da giorno. L’orologio, piccolo e dorato, spunta appena dal polsino ma basta per spostare l’asse del look.

Il suo design, oggi, è stato reinterpretato anche in formato mini. Un ritorno alle origini che lo rende ancora più attuale. Presentato a Watches & Wonders, il nuovo Mini Baignoire si inserisce perfettamente nel trend del piccolo ma prezioso, e non a caso è già stato scelto da Lou Doillon come simbolo di un’eleganza non allineata. Le varianti sono tante: in oro giallo, bianco o rosa, con o senza diamanti, con cinturino in pelle o in maglia d’oro. Ma la sostanza resta: una forma ovale perfettamente calibrata, che riesce a essere immediatamente riconoscibile pur senza diventare invadente.

Il successo attuale del Baignoire è anche un segnale. Cartier, da parte sua, ha colto questo ritorno a un’eleganza più sottile e ha riportato il Baignoire esattamente dove deve stare: a metà tra orologio e gioiello. Perché sì, a un certo punto, la sua funzione diventa quasi secondaria. Chi lo sceglie non lo fa solo per leggere l’ora, ma per indossare qualcosa che somiglia a un bracciale, ma con una presenza più colta, più intenzionale. Un segnatempo che si nasconde dentro un oggetto di design curvo, lucido, leggero, perfettamente posato sul polso come fosse nato lì.
Non sorprende, quindi, che il Baignoire stia vivendo un nuovo picco anche oltre le passerelle e le teche dei collezionisti. Dopo le dive francesi degli anni ’70, ora lo vediamo anche al polso di Chiara Ferragni, che lo ha inserito tra i suoi accessori quotidiani con la naturalezza di chi sa che certe icone non hanno bisogno di essere reinventate per funzionare. In mezzo a look più contemporanei e tagli sperimentali, il Baignoire si muove con disinvoltura, come se fosse un dettaglio casuale, ma voluto.
Lo stile sta tutto lì. Nell’equilibrio tra eleganza e leggerezza, tra gioiello e strumento, tra citazione e nuova lettura. E in fondo è proprio questo che lo rende, ancora oggi, uno degli orologi più interessanti da osservare. E da indossare.