Lo dice anche la scienza: la tua crema viso può cambiarti la giornata

Le creme viso di nuova generazione non agiscono solo sull’epidermide, ma dialogano con il sistema nervoso. Grazie a studi scientifici sappiamo come.

Ci sono giornate che partono storte e giornate che partono lisce. Il dettaglio che spesso fa la differenza, almeno per me, è il momento in cui applico la crema viso. Lo so che sembra una di quelle frasi da beauty routine poetica, ma stavolta c’è un motivo molto più concreto. È una questione di connessioni chimiche, di pelle che comunica con il cervello. Quando ho cominciato a leggere della cosiddetta neurocosmesi ho capito che non stavo immaginando niente. Che quella sensazione sottile di calma che arriva dopo aver steso la crema non è suggestione, ma risposta biologica. Una reazione tra recettori cutanei e neurotrasmettitori. Una rete vera, documentata, misurabile.

La pelle, in fondo, è un organo nervoso. È formata dallo stesso strato embrionale da cui prende forma il cervello, l’ectoderma. Non sono solo metafore: ci sono almeno 800.000 neuroni, 11 metri di terminazioni nervose e circa 200 recettori sensoriali ogni centimetro quadrato di pelle. Studi pubblicati in ambito PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) hanno ormai chiarito che il nostro sistema cutaneo è collegato direttamente agli stati emotivi. E il passaggio interessante è che il meccanismo funziona anche al contrario. Non solo lo stress peggiora la pelle, ma migliorare le condizioni della pelle può generare benessere mentale. Alcuni principi attivi sono pensati proprio per questo: per attivare reazioni positive nell’organismo partendo da un gesto cosmetico.

Cos’è davvero la neurocosmesi e perché oggi se ne parla tanto

Una delle prime formulazioni che mi ha fatto riflettere è stata quella con rodiola rosea. Non è solo un ingrediente botanico carino da leggere sull’etichetta. È un adattogeno ben studiato, usato anche in ambito medico per la sua capacità di modulare la produzione di beta-endorfine. Uno studio condotto in ambito dermatologico ha mostrato come la rodiola aumenti di oltre quattro volte il livello di queste molecole del benessere nella pelle. La sensazione è concreta: quando la uso, la texture leggera e l’odore erbaceo mi portano subito in una zona più calma. Lo stress si abbassa, letteralmente, perché il corpo lo registra come tale.

scienziate
Cos’è davvero la neurocosmesi e perché oggi se ne parla tanto – sfilate.it

C’è poi la tephrosia purpurea, pianta utilizzata nella medicina ayurvedica, che agisce sulla produzione del cortisolo, l’ormone dello stress. Secondo i dati presentati e pubblicati anche in ambito In-Cosmetics, la tephrosia riduce fino al 70% il rilascio di cortisolo nei cheratinociti cutanei in meno di due ore. Allo stesso tempo stimola la produzione di beta-endorfine (+163%) e di un neuropeptide endogeno che induce rilassamento. Quando una crema contiene questo principio attivo, lo percepisci a livello epidermico come una distensione immediata. Io la uso nei giorni di tensione, quando la pelle tira già prima delle dieci di mattina.

I peptidi biomimetici meritano un discorso a parte. Sono i più neuro tra gli ingredienti cosmetici perché imitano le proteine già presenti nella pelle e parlano il suo stesso linguaggio. Alcuni, come l’Argirelina, interferiscono con le sinapsi muscolari e limitano le contrazioni facciali, con un effetto rilassante visibile. Non solo riducono i segni d’espressione, ma mandano un messaggio ai muscoli: puoi riposare. È il principio alla base del cosiddetto effetto botox like. La differenza, però, è che qui il rilassamento arriva con una sensazione di comfort, non di blocco. Io la applico la sera, spesso dopo una giornata intensa al computer, quando ho bisogno di sciogliere anche lo sguardo.

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Gli attivi che fanno bene alla pelle e alla mente – sfilate.it

Un’altra categoria molto potente, anche se spesso trascurata, sono gli oli essenziali. In neurocosmesi, il loro ruolo è tutt’altro che marginale. La lavanda, per esempio, è clinicamente riconosciuta per la sua capacità di modulare l’attività del sistema limbico, la parte del cervello legata alle emozioni. Il solo inalare il profumo di lavanda stimola la produzione di GABA, un neurotrasmettitore inibitorio che riduce ansia e iperattività.

Infine, non posso non citare il principio attivo Neuroglow, presentato da Givaudan. Si tratta di una molecola vegana che stimola simultaneamente la produzione di melanina e di ossitocina. La melanina dona subito un effetto radioso alla pelle, come se fosse appena uscita al sole, mentre l’ossitocina – l’ormone delle relazioni, del piacere, della calma – viene prodotta a livello cutaneo e poi trasmessa al sistema nervoso. Le formulazioni che lo includono hanno un effetto quasi euforico. Io le uso in quei giorni in cui serve una scossa gentile, quando si ha bisogno di sentirsi più luminose non solo esteriormente.

La cosa più affascinante di tutto questo è che qui ci sono studi clinici, dosaggi, curve di rilascio, reazioni misurabili. La bellezza, quando è supportata dalla ricerca, smette di essere una promessa vaga e diventa esperienza vera.

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