Per anni ho snobbato il cappello di paglia con una certa leggerezza, convinta che fosse uno di quegli accessori da lasciare nella borsa da mare insieme al pareo e all’elastico da polso.
Mi sembrava troppo legato a un’estetica da spiaggia, sempre un po’ scollegata dalla vita vera. Poi, durante una vacanza in una città d’arte, l’ho indossato quasi per caso, più per necessità che per stile, e mi sono resa conto che cambiava tutto. Lo sguardo delle persone, il modo in cui stavo dritta, persino la luce del viso. Il cappello di paglia aveva improvvisamente guadagnato un posto nel mio guardaroba cittadino, ed era solo l’inizio.
Oggi lo metto anche quando più che proteggermi dal sole voglio solo completare un look che sembra incompleto. Se abbinato con cura, riesce a dare personalità anche al look più semplice, e soprattutto ha imparato a stare al suo posto anche lontano dalla sabbia. Non serve trasformarsi in una cartolina vacanziera per usarlo. Basta sapere come e quando. E soprattutto, che tipo scegliere. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza!
Il cappello di paglia oltre la spiaggia: come indossarlo davvero
Il cappello con tesa larga in paglia morbida funziona benissimo sopra un abito fluido, in quei giorni in cui non vuoi pensare troppo a cosa indossare ma ti serve qualcosa che faccia effetto. Meglio ancora se lo abbini a occhiali dal sapore vintage e a una borsa che abbia qualche intreccio o tessitura naturale. Quando il cappello è così, può anche diventare il punto centrale dell’outfit, senza bisogno di altro.
Se invece vuoi qualcosa di più strutturato, tipo una passeggiata in centro o un brunch tra amiche, il panama rigido si presta bene: con una camicia ampia, magari in lino, e shorts comodi ma curati, trovi subito la combinazione giusta. Il trucco è lasciarlo vivere nel contesto, non farlo sembrare fuori posto.

In città, la sfida è evitare che sembri un gadget da souvenir. E qui entrano in gioco i contrasti. Abbinare un cappello chiaro a un outfit total black, per esempio, lo fa emergere come protagonista ma senza risultare teatrale. Oppure usarlo con un blazer leggero e pantaloni chiari, magari abbinando qualche accessorio più deciso, rende l’insieme sofisticato in modo rilassato.
Funziona anche su look più casual, con jeans larghi e maglietta stampata, ma in quel caso meglio aggiungere un dettaglio curato come un orecchino importante o un rossetto tenue, per non lasciare tutto al caso.

La scelta del modello fa tutta la differenza. Una tesa larga valorizza certi lineamenti ma può facilmente sovrastare una figura minuta. I modelli più rigidi danno struttura, quelli più morbidi accompagnano meglio un look fluido. Anche il colore del nastro cambia le regole: il nero alza il tono, il beige resta neutro, i colori o le fantasie rendono il cappello più vacanziero. E ci sono anche modelli che si avvicinano a un look urbano, tipo quelli a secchiello in rafia, che si abbinano bene anche con sneakers e zaini.
Tutto passa anche dallo styling, non dimentichiamolo. Capelli raccolti in uno chignon basso o sciolti in onde naturali, trucco leggero ma presente, magari con sopracciglia curate e un filo di blush. Gli accessori possono essere il ponte tra il cappello e il resto: occhiali cat-eye, una borsa piccola ma rigida, un sandalo con un tocco inaspettato.
In sintesi, il cappello non deve più essere l’accessorio dimenticato della valigia, ma qualcosa da pensare e usare con piacere. Perché quando funziona, funziona davvero, anche in città!