Depilarsi completamente è ormai un’abitudine per moltissime donne, ma pochi parlano dei rischi che comporta. Forse è il momento di riconsiderare certi gesti.
In passato depilazione integrale era una scelta di pochi, oggi è quasi la norma. Molte donne, soprattutto d’estate o in vista di un appuntamento intimo, scelgono di eliminare completamente i peli pubici. Lo fanno per una questione estetica, per sentirsi più pulite, a volte anche per abitudine. Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, viene da chiedersi: tutto questo è davvero innocuo? Dietro a una pratica ormai sdoganata, ci sono implicazioni che vale la pena conoscere meglio, senza allarmismi ma anche senza superficialità. Perché il corpo ha le sue funzioni, anche quelle che ci sembrano meno utili.
Chi lavora nel mondo della salute intima lo sa bene. Rasoi, cerette e epilatori creano microtagli invisibili sulla pelle. E se da un lato li ignoriamo perché non fanno male, dall’altro diventano piccole porte aperte. Virus, batteri, infezioni. Nulla di scontato, ma nemmeno così raro come si tende a pensare. Alcuni studi, per esempio, hanno osservato una correlazione tra depilazione totale e trasmissione del papilloma virus. Non è la depilazione in sé a causare l’infezione, questo va detto, ma è il contesto che cambia. Una pelle lesionata, anche in modo impercettibile, è più vulnerabile, come ci spiega il dott. Maurizio Podestà sui suoi social.
Il legame tra depilazione e maggiore esposizione all’HPV
Il papilloma virus si trasmette per contatto diretto. Una pelle integra è più protetta, una pelle irritata lo è meno. Da qui l’aumento del rischio, soprattutto in chi si depila spesso o con metodi aggressivi. L’HPV è molto più diffuso di quanto si creda, e nella maggior parte dei casi non comporta sintomi gravi. Ma ci sono ceppi più insidiosi, legati ad alcune forme di displasia vulvare, cioè alterazioni dei tessuti potenzialmente precancerose. Di nuovo, niente panico: non è un passaggio obbligato. Ma è un motivo in più per informarsi, ascoltare il proprio corpo e valutare, magari, un approccio più delicato o selettivo alla depilazione.

C’è anche un altro aspetto, più culturale. L’idea che la pelle debba essere sempre liscia come quella di una bambola è recente. E molto spinta da un’estetica che premia l’assenza, la pulizia visiva, il controllo. Ma i peli hanno una loro funzione protettiva. Servono a schermare, a regolare, a segnalare. Togliere tutto significa anche eliminare una barriera naturale. Di nuovo, non si tratta di demonizzare la depilazione, ma di rimettere al centro la consapevolezza. Fare una scelta perché la si conosce, non perché la fanno tutte.
Chi ha la pelle sensibile lo sa: la zona intima reagisce. Bruciori, follicoliti, arrossamenti. A volte passano in fretta, a volte restano più a lungo. E quando si sommano a una pratica frequente, possono diventare cronici. Ecco perché molti ginecologi consigliano di limitare le rimozioni complete, di alternare con pause o semplicemente di lasciare una parte di peluria, che protegge senza interferire troppo con l’estetica. Una via di mezzo che non è una rinuncia, ma un equilibrio tra cura e rispetto.
Per finire, nessuno vieta la depilazione totale. Ma conviene sapere quello che c’è da sapere. La pelle ha bisogno di attenzioni, e la zona intima ancora di più. Ogni scelta ha delle conseguenze, anche se piccole. Ma se ripetute nel tempo, possono pesare. Meglio allora conoscere, informarsi, chiedere consiglio. E magari ogni tanto, più che togliere, decidere cosa lasciare.