Cosa succede quando ci si lascia tentare dai saldi senza criterio? L’esperienza insegna che non tutto ciò che costa poco merita un posto nel guardaroba.
Non so se capita anche a voi, ma a me bastano due cifre rosse su una vetrina per perdere il senso della misura. Sento quella vocina interiore che mi dice che tanto qualcosa servirà, che a quel prezzo sarebbe quasi da folli lasciarlo lì. E così torno a casa con un sacchetto in più, convinta di aver fatto l’affare del secolo. Poi passa qualche mese e quella cosa resta lì, etichetta compresa, a occupare spazio. Ogni volta che apro il cassetto mi chiedo perché, perché l’ho fatto di nuovo. Non era neanche il mio stile. Forse non era nemmeno la mia taglia.
Negli anni ho riempito interi cassetti di capi che non hanno mai visto la luce del giorno. Troppo stretti, troppo eccentrici, troppo tutto. E ogni stagione mi prometto che andrò più a colpo sicuro, che non mi farò ingannare dai saldi. La verità è che abbiamo interiorizzato l’idea che il prezzo basso giustifichi tutto. Ma non è così. E ormai ho capito cosa vale davvero la pena acquistare e cosa, invece, non comprerò più, nemmeno con lo sconto del 70%.
Quando il prezzo non basta per rendere un capo utile
Quei vestiti da occasione che ti sembrano un affare mentre li provi in camerino, spesso si rivelano solo un’illusione. Li scegli perché ti convinci che torneranno utili a un matrimonio, una cena importante o a quel famoso evento che poi, spoiler, non arriva mai. Restano lì, a occupare spazio e memoria, con le loro maniche a sbuffo, le paillettes strategiche e le cuciture che tirano. L’errore è pensarli fuori dal quotidiano, come se dovessi avere sempre l’armadio pronto a ogni red carpet. Ma la vita reale ha ritmi e contesti diversi, e serve qualcosa che si possa rimettere anche senza il bisogno di una scusa elegante.
Poi ci sono loro, le scarpe che sembrano bellissime finché non provi a camminarci davvero. Alte, sottili, magari col cinturino troppo rigido o il tacco troppo instabile. Le provi davanti allo specchio e ti senti una diva. Dopo venti minuti, le vorresti lanciare dalla finestra. A volte le compri anche del numero sbagliato, tanto sono scontate. In realtà non trovi mai l’occasione giusta per metterle, perché l’idea stessa di affrontare una serata con i piedi che urlano non regge più, nemmeno con il vestito giusto.

Un altro grande classico da fondo cassetto sono le t-shirt con scritte ironiche o grafiche infantili. In saldo sembrano simpatiche, ma quando le tiri fuori non trovi mai il modo di abbinarle. Non stanno bene con nulla, non sono abbastanza neutre da diventare basiche, e non sono nemmeno belle abbastanza da fare davvero la differenza. Dopo due lavaggi iniziano a perdere forma o colore, e finiscono dritte nella categoria maglie da casa che non metto nemmeno a casa.
Stesso destino per quelle borse minuscole o troppo eccentriche. In negozio sembrano un accessorio originale, ma poi ti accorgi che dentro non entra nemmeno il telefono. E se ci entra il telefono, non ci entrano le chiavi. Alcune sono così appariscenti da metterti in difficoltà su ogni outfit, altre sembrano una bomboniera anni ‘90. Quando hai bisogno di una borsa vera, pratica ma ancora bella, ti rendi conto che queste restano sempre lì, troppo piccole o troppo inutili.

I pantaloni a vita bassa rappresentano forse il rimpianto più ricorrente. Li compri perché in quel momento ti convinci che magari cambio stile, oppure perché la modella li indossava divinamente. Poi li metti tu, e capisci che ti passano esattamente dove non dovrebbero. Scoprono zone che volevi coprire, tagliano male, non si adattano a nulla. Restano legati a un’estetica che magari non ti appartiene più, ma che continui a inseguire solo perché erano in saldo.
E gli accessori di tendenza? Sembrano innocui ma si accumulano senza che te ne accorga. Un cerchietto bombato qui, una maxi collana di plastica là, occhiali troppo strani per essere davvero portabili. Passa un mese e non ti ci rivedi più. Magari ti danno fastidio, pesano, non si adattano a quello che indossi. La verità è che durano meno dell’idea che hai fatto di loro in camerino.
Chiudiamo con il grande classico delle taglie sbagliate. È il colpo di scena di ogni saldo: trovi quel pezzo che ti piace da morire, ma è una taglia in meno o in più. Lo prendi lo stesso, pensando che tanto un giorno lo adatterai, lo porterai a stringere o “magari dimagrisco un po’”. Quella taglia resta lì a guardarti ogni volta che apri l’armadio, finché non ti stanchi e finisce dritta in beneficenza, ancora con il cartellino.