Volete sfilare per il vostro brand preferito anche se non siete modelle? Vi basta fare così

Non serve essere modelle, né avere vent’anni, né conoscere nessuno nel mondo della moda per finire su una passerella di primo piano.

A volte basta un’idea chiara di sé, un account Instagram e una passione che non si è mai davvero messi da parte. È quello che è successo alla dottoressa Qin Huilan, 70 anni, ex medico di Shanghai, che ha sfilato per Miu Miu durante la Paris Fashion Week. Una storia che ha fatto il giro del mondo e che, al di là del clamore, racconta bene un cambiamento già in atto. L’industria della moda, almeno in parte, sta aprendo spazi a chi ha qualcosa da dire, anche se non corrisponde all’idea classica di modella. E quando succede, la risposta del pubblico è immediata.

Ho seguito la sua storia partendo da un post condiviso, poi mi sono persa tra i commenti, le immagini, le interviste. Qin non ha fatto nulla per apparire più giovane o più adatta, ha portato se stessa. Ballerine a punta, guanti oversize da motociclista, sciarpa nera, cappotto lungo con dettagli metallici. Tutto perfettamente dentro il linguaggio Miu Miu, ma con una presenza nuova, mai vista prima. Il merito va anche al figlio, che l’ha guidata nella scoperta dei social e l’ha aiutata a pubblicare i primi contenuti. Un gioco all’inizio, poi un invito vero, e alla fine la sfilata. Il messaggio è arrivato forte: non bisogna per forza rientrare nei canoni, si può partecipare se si ha una voce autentica.

Qin Huilan sfilata Miu Miu: come una dottoressa è arrivata in passerella

Il debutto di Qin in passerella non è stato solo un colpo di scena da campagna stampa. La sua presenza durante lo show è stata costruita con attenzione, a partire dal racconto che lei stessa ha portato avanti su Instagram. Un linguaggio semplice, diretto, immagini curate ma mai impostate. Ha iniziato a pubblicare foto dei suoi look, molti dei quali Miu Miu o Prada, scattati con naturalezza, spesso in casa o per strada. Nessun tono celebrativo, solo la voglia di condividere. Questo ha fatto la differenza. È quel tipo di contenuto che oggi i brand osservano più di certi book patinati.

Qin Huilan
Qin Huilan sfilata Miu Miu: come una dottoressa è arrivata in passerella – foto IG @i_doctor_qin – sfilate.it

La moda, oggi, ha bisogno di autenticità. Non è solo una questione di numeri o di età. È una questione di sguardo. Qin ha portato il suo, costruito in anni lontani dal sistema moda, ma curioso, aperto, ricettivo. Si è messa in gioco senza la pretesa di sembrare diversa. E Miuccia Prada, che da sempre lavora su spostamenti sottili nel concetto di femminilità e rappresentazione, ha colto la forza simbolica di questo gesto. Non un’icona costruita, ma una figura reale, con un vissuto preciso e un corpo che non si adegua ai soliti codici.

Il look scelto per lei durante la sfilata non era simbolico in modo forzato. Era coerente con l’intera collezione, perfettamente integrato nel ritmo dello show. Ma la sua camminata ha portato qualcosa di diverso. Uno sguardo concentrato, gesti misurati, un portamento che non cerca approvazione. È quel tipo di presenza che si costruisce con l’esperienza, che non ha bisogno di spiegazioni. Il pubblico, compresa la stampa seduta in front row, ha notato subito la differenza.

Qin Huilan
Prepararsi a sfilare senza essere modelle professioniste – foto IG @i_doctor_qin – sfilate.it

Il lavoro dietro questo tipo di esperienza, però, non si improvvisa. Qin ha raccontato di aver affrontato settimane di preparazione, anche sul piano pratico. Il figlio l’ha aiutata con la gestione dei social, ma anche con Google Translate per superare la barriera linguistica con il team creativo. Ha imparato come funziona un casting, cosa significa partecipare a una prova outfit, come muoversi in un backstage dove si parla più con lo sguardo che con le parole.

La sua partecipazione ha anche aperto una porta più ampia. Perché in un mondo dove le persone comunicano direttamente con i brand, dove gli account personali contano tanto quanto le riviste, è chiaro che il concetto di modello può cambiare. Sempre più spesso le maison cercano volti che rappresentino qualcosa, che portino avanti un racconto. La storia di Qin è un esempio concreto.

Gestione cookie