Il look a righe conquista l’estate con un’aria rilassata ma curata. T-shirt oversize o slim, navy o colorate, le righe si confermano l’unico vero must che sopravvive a ogni trend.
Ogni anno arriva quel momento in cui l’estate chiama e la città risponde con quaranta gradi e marciapiedi roventi. E se il mare sembra lontano, c’è sempre un modo per sentirsi almeno un po’ in vacanza: vestirsi come se si fosse appena sbarcate da una barca a vela. Tra tutti i capi capaci di evocare spiagge, vento salmastro e passeggiate in porto, la maglietta a righe resta la più semplice ed efficace.
Si infila al volo, funziona con quasi tutto, e sa dare quel tono un po’ disinvolto anche quando sei di corsa fra ufficio, metrò e gelato preso al volo. Il bello è che non serve nemmeno cercare troppo per trovarne una che stia bene. La T-shirt a righe è ovunque, declinata in mille tagli, colori, stili. Dalla classica bianco-blu a quelle più grafiche o pastello che la portano sul terreno urbano, si lascia interpretare senza perdere il suo spirito marinaro. E nel marasma di tendenze che cambiano ogni due settimane, questo piccolo dettaglio – le righe, tutte lì, dritte e semplici – riesce ancora a tenere insieme eleganza e praticità.
Da uniforme navale a pezzo cult: come sono nate e come portarle
La T-shirt a righe nasce in mare, ma si adatta perfettamente alla città. Il suo primo utilizzo risale al 1858, quando la marina francese la rese parte della divisa ufficiale dei marinai bretoni. Ventuno righe bianche e venti blu, tutte con un significato preciso e regolato da un decreto. Poi è arrivata Coco Chanel, che all’inizio del 900 ne ha fatto un pezzo chiave del suo guardaroba vacanziero in Costa Azzurra.
E da lì ha preso la via della moda, passando da Brigitte Bardot a Jean Seberg fino a Kate Moss e Alexa Chung. Oggi non ha più confini, né stagionali né geografici. Si porta in spiaggia ma anche sotto blazer ben strutturati, infilata nei jeans o sopra una gonna lunga fluida.

In città la T-shirt a righe funziona bene proprio perché non si prende troppo sul serio. Dà un tocco francese anche all’asfalto bollente di Milano o Roma, basta saperla usare. Il primo trucco è giocare sui contrasti: se il taglio è maschile, meglio abbinarla a pantaloni ampi e sandali a listino. Se invece è più aderente e accennata, sta benissimo con una gonna midi o con un paio di pantaloni cargo. Funziona bene anche con il denim, ma non quello troppo sfilacciato. Meglio un lavaggio medio, dritto, che la riporti sul terreno casual ma curato. Sopra, va bene un trench leggero o una giacca in lino.

Le righe larghe tendono a dare più presenza e sono perfette se vuoi attirare lo sguardo sulla parte alta del corpo. Quelle sottili invece sono più discrete, più grafiche, quasi neutre. Col bianco e blu non si sbaglia, ma il 2025 ha portato anche una palette più giocosa: righe verdi e crema, rosse e rosa, o addirittura accostamenti fluo che strizzano l’occhio allo streetwear. In questo caso il consiglio è di bilanciare con capi basic, evitando di esagerare. Perché il rischio di sembrare una decorazione da barca è dietro l’angolo.

Anche gli accessori fanno la loro parte. Una T-shirt a righe chiede leggerezza: borse in tela, shopper in paglia, zoccoli morbidi, occhiali da sole oversize. Se invece la si porta verso il lato più cittadino, allora via libera a borse strutturate, sneakers pulite, un rossetto rosso come punto colore.
Infine, vale la pena di dirlo: non serve comprarne una nuova ogni estate. Alcuni modelli vintage o anche capi presi in mercatini del nord Europa funzionano benissimo e, anzi, aggiungono quel vissuto che le righe portano con sé. Perché una cosa è certa: questa maglietta non è una moda passeggera, è una specie di divisa che si tramanda di stagione in stagione.





