Ci sono momenti in cui lavarsi i denti può compromettere la salute dello smalto invece di proteggerlo. Acidi, zuccheri e temperatura incidono più di quanto si pensi.
A volte ci affidiamo a gesti automatici senza chiederci se siano davvero sempre corretti. Lavarsi i denti, ad esempio. Lo facciamo più volte al giorno, come se fosse una formula valida in qualsiasi momento, un gesto sicuro, quasi universale. Ma come spesso accade, è proprio ciò che diamo per scontato a riservare le sorprese peggiori. Perché non tutti i momenti sono uguali, e in alcuni casi l’istinto di spazzolare subito può peggiorare la situazione invece che migliorarla. La bocca è un ecosistema preciso, dinamico, delicato. A volte richiede attesa, non intervento.
Ci sono occasioni in cui mettere lo spazzolino sotto il naso è quasi una tentazione. Dopo un pasto abbondante, dopo un caffè troppo intenso, quando si ha la sensazione di dover “ripulire” in fretta. Ma sono proprio quei momenti in cui fermarsi potrebbe essere la scelta più saggia. E lo dico da chi ha provato sulla propria pelle — anzi, sui propri denti — quanto certe abitudini frettolose possano causare danni che si vedono dopo mesi. Parliamo di smalto rovinato, sensibilità aumentata, erosione progressiva. È tutto molto più comune di quanto si pensi, e non ha nulla a che fare con l’igiene, ma con il tempismo.
Quando evitare di lavarsi i denti e perché: quello che devi sapere
Quando si parla di cura orale, si tende a pensare che più sia sempre meglio. Più lavaggi, più spazzolate, più dentifricio. In realtà, non funziona così. Dopo aver vomitato, ad esempio, la sensazione di voler rimuovere ogni traccia è comprensibile. Ma è proprio in quel momento che lo smalto è più vulnerabile. L’acido gastrico che risale dallo stomaco altera il pH in modo violento, e spazzolare subito significa sfregare quella sostanza corrosiva sulla superficie del dente. Meglio aspettare, risciacquare delicatamente, lasciar passare un po’ di tempo.

Anche il risveglio può trarre in inganno. C’è chi si lava i denti appena sveglio e poi di nuovo dopo colazione. Ma se al mattino si consumano cibi zuccherati o acidi, quel secondo lavaggio può diventare problematico. La bocca, durante la notte, accumula batteri. Spazzolare subito dopo averli nutriti con marmellate, caffè o spremute, può diventare un’azione troppo aggressiva. In questi casi, è preferibile invertire la routine: prima lavare, poi mangiare. Oppure, se si preferisce farlo dopo, prendersi almeno una mezz’ora.
Anche alcune bevande sono nemiche. I succhi di frutta, le bibite gassate, il vino, le bevande isotoniche: tutte queste soluzioni abbassano il pH della bocca, rendendo lo smalto più tenero, meno resistente. Passare lo spazzolino subito dopo equivale a levigare un materiale non ancora solido. Il consiglio in questi casi non è di evitare l’igiene, ma di posticiparla, anche solo di mezz’ora. Nel frattempo, sciacquare con acqua o stimolare la salivazione può aiutare a riportare equilibrio.

Poi ci sono i dolci, quelli gommosi o appiccicosi, che sembrano fatti apposta per restare lì. Caramelle mou, barrette proteiche, snack zuccherini: tutto ciò che si incolla ai denti merita un’attenzione diversa. L’errore più comune è spazzolare subito, nella convinzione di rimuovere tutto. Ma in realtà, lo zucchero tende a distribuirsi ancora di più nelle fessure. Meglio sciacquare, attendere qualche minuto e poi procedere con più calma. Anche i materiali più resistenti, se trattati nel momento sbagliato, finiscono per logorarsi.
Questo non significa che lavarsi i denti sia sbagliato, ovviamente. Significa però che anche la tempistica fa parte della cura. L’idea che la pulizia sia sempre e solo una questione di frequenza ha bisogno di essere aggiornata. È un po’ come prendersi cura della pelle. Non basta mettere una crema qualsiasi, serve scegliere il momento giusto, considerare lo stato in cui si trova.
La bocca, allo stesso modo, va ascoltata. Perché è fatta di equilibri che cambiano durante il giorno, in base a ciò che mangiamo, beviamo, sentiamo.





