Le mani di mia nonna erano piccole ma decise, con quelle dita nodose che sembravano conoscere la memoria di ogni filo. Aveva una scatolina di latta piena di spille da balia, e io da bambina pensavo fossero solo per chiudere i pannolini o sistemare le gonne.
Poi un giorno mi chiamò vicino a sé, con quella voce ferma che non lasciava spazio ai dubbi, e mi mostrò come con una semplice spilla potesse costruire un piccolo miracolo di pazienza: un orecchino a forma di fragola, fatto all’uncinetto. Non c’erano schemi complicati né strumenti sofisticati, solo la spilla infilata nel filo e il ritmo lento dei punti che prendevano forma. Guardarla era ipnotico. Lavorava come se il tempo non esistesse, e io imparavo che la bellezza nasce dalle cose semplici, da ciò che si fa con calma e con le mani.
Il primo passo è scegliere la spilla da balia giusta. Meglio media, non troppo sottile, così da sostenere bene la lavorazione all’uncinetto. Io uso quelle argentate classiche, leggermente curve, perché danno più stabilità. Prima di iniziare, la apro leggermente per lavorarci intorno con l’uncinetto, e controllo che si chiuda bene: dev’essere sicura, perché sarà parte dell’orecchino.
Creare orecchini all’uncinetto con spilla da balia: segreti artigianali tramandati dalle nonne
Poi preparo il filo verde, quello delle foglie. Infilo il filo sull’uncinetto e inizio a lavorare direttamente sulla parte lunga della spilla. Faccio una piccola catenella per ancorarmi, poi creo due o tre foglioline, lavorando con maglie basse e catenelle alternate. È un passaggio che richiede pazienza, ma anche libertà: le foglie non devono essere identiche, l’effetto più naturale nasce dalle piccole differenze. Una volta finite, chiudo il filo e lascio una piccola coda per fissarlo dopo.

A questo punto passo al corpo della fragola, la parte rossa. Con un filo di cotone rosso inizio con un anello magico, un cerchio iniziale che sarà la base del frutto. Dentro l’anello faccio sei maglie basse e tiro il filo per chiuderlo. Poi proseguo aumentando gradualmente: in ogni nuovo giro aggiungo una maglia ogni due punti, così la fragola si allarga in modo regolare. Dopo tre o quattro giri, inizio a ridurre, lavorando due punti insieme per stringere la parte superiore. Prima di chiudere del tutto, inserisco un piccolo batuffolo di ovatta o imbottitura, in modo che la fragola resti morbida ma piena.
Quando il corpo è chiuso, passo a unire le due parti. Con l’ago e un po’ di filo verde, cucio la fragola alla base delle foglioline, proprio dove la spilla si curva. Faccio qualche punto stretto per fissarla, poi annodo il filo e lo nascondo dentro la lavorazione. La fragola deve restare ben salda ma leggera. Se voglio un effetto più realistico, aggiungo qualche piccolo punto con il filo giallo o bianco, per simulare i semini. È un dettaglio minuscolo, ma cambia subito l’aspetto. Se vogliamo un effetto più minimal, possiamo evitare l’imbottitura e usare una parte piatta per orecchino.

Infine completo l’orecchino. Prendo una monachella metallica e la aggancio all’estremità della spilla. Se voglio un risultato più elegante, posso aggiungere un piccolo anello di raccordo in metallo dorato o argentato. Una volta chiuso il gancio, l’orecchino è pronto. Lo guardo sempre alla luce, per controllare che le due fragole siano simmetriche e che il filo non presenti nodi visibili. Ogni pezzo viene leggermente diverso, e proprio per questo ha un suo carattere.
La cosa bella di questo metodo è che si può adattare. Con lo stesso procedimento si possono realizzare ciliegie, limoni, piccoli fiori o qualsiasi altra forma. Basta cambiare i colori e il modo di modellare il corpo. La spilla resta la base, l’elemento che tiene insieme tutto. È una struttura semplice ma solida, un po’ come la filosofia che sta dietro a questo lavoro: fare tanto con poco, e dare valore ai dettagli.





