Le regioni italiane più amiche delle mamme: il nuovo rapporto svela dove è più facile crescere figli e conciliare lavoro e famiglia - Sfilate.it
Diventare madre, in Italia, è ancora oggi una sfida che richiede equilibrio e tanta organizzazione: conciliare la vita lavorativa con quella familiare non è affatto semplice, e lo conferma anche il rapporto di Save The Children, “Le Equilibriste – la maternità in Italia nel 2025“.
Il nostro Paese continua a essere un posto dove diventare mamma richiede impegno e, a quanto pare, anche una buona dose di fortuna legata al luogo in cui si vive con la propria famiglia.
Ogni anno l’organizzazione analizza le condizioni delle madri italiane con l’Indice delle madri, ovvero un indicatore che misura ben sette aree fondamentali: lavoro, salute, servizi, demografia, rappresentanza, violenza e soddisfazione personale. In poche parole, mette in evidenza quanto possa essere difficile conciliare la maternità con la vita quotidiana.
Quali sono, quindi, le regioni italiane ritenute “più amiche delle mamme”? Scopriamo insieme cosa è stato scoperto!
Anche per quest’anno in cima alla classica troviamo la Provincia Autonoma di Bolzano, seguita dall’Emilia-Romagna e dalla Toscana. Sono tutti e tre dei territori che offrono servizi molto più efficienti per una mamma, dalla vita lavorativa a quella familiare.
In queste regioni le mamme possono contare su asili nido più accessibili, congedi ben strutturati e una rete social molto attenta e presente. In particolare Bolzano, un modello da seguire per quanto concerne i servizi di qualità e gli orari flessibili che permettono di intraprendere una carriera lavorativa senza dover trascurare la famiglia.
Quali sono, invece, le regioni italiane poco amiche delle mamme? In fondo alla classica troviamo Basilicata, Campania, Puglia e Calabria, dove ci sono meno opportunità di lavoro e pochi servizi educativi.
Il rapporto mostra che le madri italiane continuano a vivere una realtà fatta di compromessi: lavorano meno rispetto agli uomini (62,3% contro 68,9% delle donne senza figli), sono più esposte al rischio di redditi bassi e hanno meno tempo per sé.
Emergono, però, anche segnali positivi: cresce la sensibilità sociale sul tema della genitorialità e si moltiplicano i progetti per rendere i territori più “family friendly”.
Investire nelle mamme, ricorda Save the Children, significa migliorare la qualità della vita di tutti. Le regioni che riescono a farlo non solo sostengono le famiglie, ma costruiscono delle comunità più inclusive.
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