Con questo trucchetto carichi il telefono a costo zero: non lo sa nessuno - sfilate.it
La scienza spiegata in modo pratico e divertente: con patate, rame e zinco puoi creare una batteria che accende un LED. Un esperimento domestico che mostra come nasce l’energia.
L’idea di generare elettricità da una patata suona come una di quelle leggende che circolano tra esperimenti scolastici e video online improbabili, ma in realtà funziona davvero. Non per caricare un telefono intero, certo, ma per capire che l’energia è nascosta anche dove non ci si aspetta. A casa di chiunque, in una dispensa o in una ciotola, ci sono già tutti gli elementi di una piccola batteria naturale. È una di quelle invenzioni semplici che affascinano per il principio che svelano: come due pezzi di metallo e un tubero possano, insieme, creare corrente elettrica.
Quando ho provato a farlo per la prima volta, ero convinta che fosse uno scherzo. Poi, con un po’ di attenzione e qualche collegamento corretto, il piccolo LED che avevo accanto si è acceso. Nessuna magia, nessun trucco, solo la scienza che diventa visibile. Ed è proprio questo l’aspetto più interessante di questa esperienza: la possibilità di toccare con mano il funzionamento dell’elettricità, senza fili, batterie o prese. Tutto quello che serve è un po’ di curiosità e qualche patata.
Il principio è semplice: la patata contiene acidi naturali che reagiscono con due metalli diversi, come zinco e rame. Questi elementi creano una differenza di potenziale, cioè una piccola tensione elettrica. Collegandoli nel modo giusto, è possibile far circolare una corrente sufficiente ad accendere un piccolo dispositivo. Il tutto funziona come una pila fatta in casa, dove ogni patata diventa una cella. La parte interessante è che non serve nessuna competenza avanzata per costruirla. Basta seguire i passaggi con ordine e un po’ di pazienza.
La prima cosa da fare è preparare i materiali. Servono alcune patate, meglio se grandi e fresche, perché contengono più liquidi acidi utili alla reazione. Poi servono dei chiodi zincati, che fungeranno da elettrodo negativo, e dei fili o monete di rame, che saranno il polo positivo. I due metalli devono essere inseriti nella patata a una distanza di pochi centimetri, senza toccarsi. È proprio il succo acido della patata a collegarli internamente, permettendo il passaggio degli ioni. È importante asciugare leggermente la superficie dopo averli inseriti, per evitare dispersioni di corrente.
Quando le patate sono pronte, arriva la parte cruciale: il collegamento in serie. In pratica, si unisce il rame di una patata con lo zinco della successiva, e così via, fino a creare una catena. Ogni patata genera una piccola tensione, ma sommate insieme aumentano il voltaggio totale. Tre o quattro patate, se ben collegate, possono accendere un LED o alimentare un piccolo orologio digitale. I collegamenti si possono fare con cavetti e morsetti a coccodrillo, facilmente reperibili in qualsiasi ferramenta o online. È un lavoro di precisione, ma non serve alcuna saldatura.
Quando tutto è connesso, basta completare il circuito. Si collega il filo libero del rame della prima patata al polo positivo del dispositivo da accendere e lo zinco dell’ultima patata al polo negativo. In pochi secondi, se tutto è montato correttamente, il LED emette una piccola luce. Non si tratta di una fonte di energia utile per ricaricare un telefono vero e proprio, ma il principio è lo stesso: una reazione chimica che si trasforma in corrente elettrica. È un modo perfetto per capire il funzionamento delle batterie e rendere visibile un concetto che normalmente è invisibile.
Il segreto sta nella differenza di potenziale tra i due metalli. Lo zinco, a contatto con l’acido della patata, rilascia elettroni. Questi si muovono verso il rame attraverso il filo conduttore, creando una corrente. Ogni patata aggiunge un piccolo incremento di tensione. Collegandone diverse, si ottiene una tensione sufficiente a far funzionare piccoli dispositivi elettronici. È lo stesso principio che regola ogni pila commerciale, solo che qui l’elettrolita non è un composto chimico industriale ma un alimento.
Quando si guarda la luce accendersi per la prima volta, si capisce quanto siano connessi scienza e quotidianità. Un gesto semplice come infilare due pezzi di metallo in una patata diventa la dimostrazione di un principio fisico universale. Ed è qui che la parte tecnica incontra la parte umana: la sorpresa, la soddisfazione, l’idea che anche le cose più comuni possano nascondere un potenziale.
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