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Sneakers

Questo è il paia di scarpe più venduto al mondo: costano solo 70 euro

Non serve essere appassionati di streetwear per riconoscerle al primo sguardo. Queste scarpe sono ovunque, ai piedi di chi cammina per le strade delle città come di chi posa sui palchi o davanti alle fotocamere.

Le Nike Air Force 1 sono scarpe che non appartengono più solo allo sport, ma alla quotidianità. Bianche, pulite, semplici, eppure impossibili da sostituire. Hanno attraversato generazioni, mode e sottoculture rimanendo sempre attuali. Il loro prezzo è rimasto accessibile, ma il valore simbolico è cresciuto anno dopo anno. A volte capita che un oggetto, nato per una funzione precisa, diventi qualcos’altro: un linguaggio, un segno di appartenenza. È quello che è successo a questo modello, che ancora oggi vende milioni di paia ogni anno senza aver bisogno di reinventarsi davvero.

Chi le ha indossate sa che non è solo una questione di estetica. Dietro la loro forma essenziale si nasconde una storia che unisce sport, musica e cultura urbana. L’Air Force 1 è nata per il basket, ma ha conquistato il mondo della moda grazie alla sua capacità di adattarsi a tutto e a tutti. È una scarpa che non chiede di essere capita, ma vissuta. E forse il suo successo dipende proprio da questo: la sua semplicità è un invito aperto. Puoi portarla con un tailleur o con i jeans, in aeroporto o a una festa. È una scarpa democratica, ma con un’anima precisa. E continua a raccontare una storia che parte da lontano, più precisamente dal 1982.

Air Force 1: la scarpa che ha cambiato il modo di camminare nel mondo

All’inizio, l’obiettivo era solo quello di migliorare le prestazioni sul campo. Prima delle Air Force 1, le scarpe da basket erano rigide e poco ammortizzate. I giocatori cercavano di compensare indossando più paia di calze, un rimedio rudimentale ma comune. Bruce Kilgore, il designer a cui Nike affidò la sfida, ebbe l’intuizione di ispirarsi a uno scarponcino da trekking, il Nike Approach. Quel modello aveva una struttura pensata per ridurre la pressione sui tendini durante le salite. Kilgore riprese il concetto, adattandolo a una sneaker che unisse comfort e stabilità. Il risultato fu una scarpa dal taglio alto, solida ma sorprendentemente leggera, con un’unità Air incorporata nella suola: una novità assoluta per l’epoca.

Quando uscì, nell’autunno del 1982, nessuno immaginava che sarebbe diventata un’icona. Era una scarpa tecnica, pensata per gli atleti, e la sua forma pulita sembrava quasi troppo semplice. Ma i giocatori la amarono subito. Nike prometteva un’ammortizzazione superiore del trenta per cento rispetto ai modelli precedenti e una resistenza del venti per cento in più. Sul campo, queste percentuali si traducevano in una sensazione diversa sotto i piedi. Era come saltare su un cuscino d’aria. E chi provava quella sensazione non voleva più tornare indietro.

Poi, come spesso accade, la strada fece il resto. Fu a metà degli anni ’80 che la Air Force 1 smise di essere solo una scarpa da basket. Le prime pubblicità la mostrarono in volo, come se avesse davvero preso le ali. E nel frattempo, la cultura hip hop stava esplodendo. Le sneakers divennero parte del linguaggio visivo di quella generazione. Indossare le AF1 significava più di indossare una marca: era un modo per dire chi eri. Nike capì l’importanza di quel legame e cominciò a distribuirle in quantità limitate, in una strategia che oggi definiremmo da collezionisti. Alcuni negozi selezionati ricevevano versioni esclusive, una al mese, creando un senso di attesa e desiderio che ancora oggi accompagna ogni nuova uscita.

Negli anni ’90, le Air Force 1 erano già leggenda. Artisti, atleti e stilisti le reinterpretavano, ognuno a modo suo. Il modello si adattava a tutto: incisioni laser, dettagli in pelle, varianti colorate, persino versioni in materiali pregiati. Eppure, la più amata restava sempre la stessa, quella tutta bianca. Forse perché rappresentava l’origine, l’essenza. Una scarpa nata per correre sul parquet ma diventata simbolo di libertà e individualità. Anche chi non aveva mai giocato a basket sapeva riconoscerla. Era, e resta, un classico.

Oggi, dopo oltre quarant’anni, le Air Force 1 continuano a essere tra le scarpe più vendute al mondo. Costano poco più di settanta euro, un prezzo che le rende accessibili ma non banali. Le indossano studenti, musicisti, architetti, influencer, e nessuno di loro lo fa allo stesso modo. È il segreto della loro longevità: la neutralità apparente che permette di diventare parte di qualsiasi stile. Pochi oggetti riescono a mantenere questo equilibrio tra moda e funzionalità, tra passato e presente.

La loro forza sta nel non essere cambiate troppo. Nike ha aggiornato materiali e dettagli tecnici, ma non ha mai toccato il design originale. È rimasto quel mix perfetto di linee morbide e struttura solida che le rende immediatamente riconoscibili. E in un mercato che corre dietro alle tendenze stagionali, la loro stabilità è diventata un valore.

Chi le indossa oggi forse non pensa alla loro storia, ma ne è parte. Ogni paio nuovo continua un racconto iniziato nel 1982 e mai davvero interrotto. E quando un design riesce a parlare a così tante persone per così tanto tempo, vuol dire che ha superato la funzione per entrare nell’immaginario. E lì, le Air Force 1 ci sono ancora, bianche e semplici come il primo giorno.

Rosa Liccardo

Sono laureata in Storia dell'arte ed ho la passione per i libri e la scrittura. Redattrice da qualche anno e amo scrivere di lifestyle, viaggi, arte e turismo. Sono appassionata di grafica e fotografia e nel tempo libero mi piace cucire, vedere film e serie tv. Ho una predilezione per i fantasy!

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