Lo stile church-core aveva conquistato le più importanti passerelle di soli 15/20 anni fa, ma non ha mai smesso di esistere: le Madonne diventano protagoniste delle felpe, i Gesù sui cappelli: la religione diventa pura moda pop.
Nonostante l’Italia sia un Paese laico, non possiamo assolutamente negare il cattolicesimo non solo come religione statale, ma anche come concetto puramente politico(purtroppo). Dal matrimonio uomo/donna in quanto nucleo indissolubile che crea uno spazio sacro di crescita ed educazione arrivando a concetti ancora di stampo quasi medievale, anche se non è questo il discorso che oggi io voglio affrontare. L’iconografia cristiana è stata predominante sull’arte italiana per diversi e parecchi secoli, abbracciando poi già verso gli anni 70/80 e 90 spazi ben diversi dalla pittura o dalla scultura.
Nasce quindi il concetto fashion di church-core, ovvero la religione cattolica che si trasforma in vera e propria arte pop riportata sui murales, sui quadri stessi, così come la moda. Merito sicuramente di altri stili che nel tempo si sono susseguiti, con una nota di prestigio all’arte barocca e bizantina, arti stesse che ad oggi risultano più fresche e vive che mai. E di conseguenza le madonne diventano le protagoniste di felpe e t-shirt, i Gesù come elemento vivo di stampe in cappelli, sciarpe e jeans.
Quest’anno il fenomeno è nuovamente riemerso, specialmente nelle nuove generazioni che amano definirsi non solo A-Gender, ma anche A-Religious.
La moda church-core ritorna più viva che mai: come può la religione diventare arte pop?
Concetti quali Alta Moda e religione cattolica sono da sempre stati fulcro non solo di discussioni, ma anche di prestigio sui più diversi campi. Basta considerare solo lo stato Vaticano, come l’istituzione più piccola eppure così estesa in grado di garantire l’indipendenza totale della Santa Sede, in cui il Papa domina la scena in un potere assoluto legislativo, esecutivo e giudiziario. L’Alta Moda dal canto suo, specialmente quella italiana, è ad oggi quella che più si è arricchita tramite nomi di un livello artistico del tutto eccezionali: da Versace a Gucci, passando per Dolce&Gabbana concludendo con Trussardi e Schiaparelli.

Moda e Cattolicesimo portano ancora avanti quella che risulta essere l’ideologia più grande di tutte: potere, immenso potere. Tutto questo, pertanto, è facilmente comprensibile se lo riversiamo sui capi che comunemente possiamo indossare, che vedano il nome di grandi firme o di brand prêt-à-porter. Ma basta con le parole, scendiamo ai fatti.
Croci, Madonne e Gesù: simboli di fede e statement glam
Brand come Dolce&Gabbana, ma anche Givenchy hanno posto molta attenzione in alcune collezioni sui volti stilizzati di Madonne e Gesù, in particolare D&G con la sua collezione Autunno/Inverno del 2014 riprodusse quasi fedelmente su molti abiti i mosaici bizantini religiosi con volti di Cristo e Madonna. L’Immacolata in particolare fu più volte ripresa poiché il suo valore fortemente simbolico diventava uno statement emotivo non indifferente: Colei scelta da Dio, Colei che dal dolore è stata in grado di sopportare la perdita di un figlio venuto in salvo per l’umanità intera.

Givenchy ha più volte ripreso la parte simbolica di tutto questo proponendola come stampe centrali di felpe, cappotti, blue jeans, ma anche capi sartoriali. Un riferimento alle silhouette ecclesiali lo troviamo anche nei cappelli a mitra, sempre presenti nella Fall Winter di D&G.
Il gusto ‘tetro’ della religione black: quando Versace e Gaultier portarono prefiche e Madonne in passerella
Le immagini delle prefiche hanno poi dominato spesso la scena nelle più vecchie collezioni Versace, basta pensare a quella del 97, dove la Calabria cattolica e ‘chiusa‘ veniva celebrata in falcate uniche create dalla mente di Gianni. L’uso del nero, del pizzo, del velo sul capo, ma anche dell’oro più puro a ripresa della ricchezza vaticana ha fortemente ispirato lo stilista non solo in passerelle specifiche, ma quasi in tutta la sua vita artistica, così come Jean Paul Gaultier, che nel 2007 realizzò un’intera collezione ispirata alle iconografie cattoliche più pure e intense. Proprio quel barocco de-strutturato e ri-composto in una faccia nuova è profondamente legato allo stile barocchiano delle Chiese italiane, impossibile negarlo.
Infine, la church-core si trasferisce anche in una moda prettamente urban: molti brand prêt-à-porter ciclicamente ripropongono cappelli con visiera, sciarpe, foulard o giacche con stampe a ripresa di volti di Madonne, ma anche la croce, un simbolo che ad oggi non rientra più solo in un’iconografia prettamente cattolica. La religione quindi, continua ad essere più viva e pop che mai.





