Un anno fa Ornella Vanoni svelava a Vogue il contenuto della sua borsa e oggi ci fa scendere più di una lacrimuccia

Una borsa aperta davanti alle telecamere, oggetti comuni e frasi dette senza protezione. Oggi quel momento con Ornella Vanoni ha un peso diverso.

Un anno fa, guardando Ornella Vanoni svuotare la sua borsa davanti alle telecamere di Vogue, sembrava di spiare un momento privato, uno di quelli che capitano solo quando una persona decide di non filtrarsi più. Ricordo di averlo visto quasi distrattamente, poi di essermi fermata. Non per l’oggetto di lusso, non per il nome, ma per il tono. Per il modo in cui ogni cosa tirata fuori aveva una storia che non cercava attenzione. Era tutto così normale, così poco costruito, che faceva quasi rumore.

Rivederlo oggi ha un effetto diverso. Quelle cuffie, quegli occhiali, le bolle di sapone infilate in borsa come un gesto automatico, raccontano un tempo preciso. Un tempo in cui Ornella Vanoni c’era, parlava, scherzava, si raccontava con una libertà rara. Oggi quel video sembra una fotografia che prende vita per qualche minuto e poi torna ferma. Ed è lì che arriva la stretta allo stomaco, quella leggera, che non sai bene spiegare ma che riconosci subito.

Quando una borsa racconta più di un’intervista: gli oggetti quotidiani di Ornella Vanoni

Ornella parla del suo cane, delle bolle di sapone, del telefono usato per guardare video fino a tardi, come farebbe chiunque. Gli oggetti che tira fuori non hanno nulla di eccezionale. Occhiali che ricordano New York, cuffie per studiare le canzoni, pettini, medicinali detti senza pudore. Tutto appare normale, persino ironico.

Rivedendo quelle immagini, colpisce anche quanto Ornella Vanoni sia sempre stata avanti senza volerlo dimostrare. Le sue frasi che oggi circolano sui social come piccoli mantra non nascono per essere citate.

Il fatto che oggi questo video faccia venire voglia di piangere non ha a che fare solo con la nostalgia. Ha a che fare con la consapevolezza. Con il capire che certi momenti passano mentre li stiamo vivendo, e solo dopo assumono un altro peso. Un anno fa sembrava un contenuto riuscito. Oggi è un frammento di memoria.

Ornella Vanoni non ha mai avuto bisogno di costruirsi un personaggio. È sempre stata se stessa, anche quando questo significava risultare scomoda, ironica, fuori tempo. Anche quando diceva di non sapere se sarebbe arrivata a Natale. Frasi che allora facevano sorridere, oggi fanno pensare.

La sua borsa, senza tasche perché le odia, diventa quasi una metafora involontaria. Tutto alla rinfusa, niente compartimenti, niente ordine forzato. Le cose stanno insieme perché devono stare insieme. Così come i pensieri, le battute, i ricordi. E forse è questo che ci commuove oggi. Non l’idea della perdita, ma quella della presenza piena. Di una donna che ha sempre occupato lo spazio che aveva, senza chiedere permesso. Anche dentro una borsa, anche davanti a una telecamera.

E quando ci capita di rivederla, anche solo per pochi minuti, vale la pena custodire questo ricordo. Anche se fa scendere più di una lacrimuccia.

Gestione cookie