Sotto il sole estivo girano tanti falsi miti, e spesso si finisce per spendere troppo o male. Qui si fa il punto con onestà, partendo dai dubbi più comuni fino alle verità che pochi dicono, ma che fanno una grande differenza.
Ogni anno, appena arriva il primo caldo vero, ci ritroviamo a fare sempre gli stessi pensieri. Ci si chiede quale crema solare scegliere, se valga davvero la pena spendere di più, se quella avanzata dall’anno scorso funzioni ancora o se rischiamo di rovinarci la pelle. Anche chi si muove con una certa sicurezza finisce per avere qualche dubbio, perché tra scaffali pieni e consigli contrastanti, decidere non è così semplice.
Il problema è che dietro quella che dovrebbe essere una scelta pratica, si infila una confusione che mescola paura, abitudini e pubblicità. Si tende a pensare che più si paga, meglio ci si protegge. Ma non è sempre così. Anch’io ci sono cascata per anni. Poi, a forza di leggere inci, controllare dati, testare formule e parlare con colleghi, ho capito che molte cose date per scontate non funzionano come credevo.
Risparmiare sulle creme solari senza mettere a rischio la pelle
Una delle cose che colpisce di più, quando si inizia a osservare da vicino il mondo dei solari, è quanto siano simili tra loro prodotti che costano il doppio o il triplo. Le formule base cambiano pochissimo. Certo, alcune texture sono più piacevoli, alcuni profumi più curati, ma la protezione vera (quella che interessa alla nostra pelle) rispetta gli stessi standard. Quando una crema riporta SPF 30 o 50, segue regole precise. E non importa dove la compri. Il primo prezzo del supermercato può proteggere quanto un tubetto da farmacia da 25 euro.
Questo non vuol dire che siano tutti uguali, sia chiaro. Le differenze ci sono, ma non sempre giustificano lo scarto economico. Ci sono formule studiate per pelli reattive, altre senza profumi, altre ancora resistenti all’acqua più di altre. Ma se hai una pelle normale e usi la crema come si deve, non c’è motivo per non fidarsi di una buona protezione “popolare”, per così dire. Il problema è che ci hanno convinto che serve una crema per ogni zona del corpo, una per il giorno, una per lo sport, una per il viso, una per il bambino. E lì iniziano gli sprechi.

Prendiamo le creme bimbo. Sono pensate per essere delicate, senza allergeni e molto protettive. E vanno benissimo anche per un adulto, soprattutto se hai la pelle chiara o sensibile. Eppure quanti adulti le usano davvero? Pochi. Perché si pensa che siano troppo forti o non adatte. In realtà sono perfette, spesso più efficaci di quelle da donna con il packaging floreale. E lo stesso discorso vale al contrario: non serve una crema viso da 50 ml se hai già una buona crema corpo ad ampio spettro. Basta non esagerare con la quantità e applicarla con cura.
Poi c’è il tema del numero. SPF 30 o SPF 50? Tutti vogliono il massimo, ma in pochi sanno che la differenza reale di protezione tra 30 e 50 è minima: si parla di uno, due punti percentuali. Siamo comunque sopra il 95%. Più che correre a prendere la 50+ ultra extra, conviene riapplicare la crema ogni due ore, usarne una quantità generosa, coprire bene.

Infine, la scadenza. Una delle cose che fa sprecare più soldi in assoluto. Quante volte ti è capitato di buttare una crema ancora piena perché era dell’anno precedente? Ma se sull’etichetta c’è il simbolo 12M, significa che dura dodici mesi dall’apertura. Non scade a luglio, non scade a settembre. Se non ha cambiato odore, colore o consistenza, ed è stata conservata bene, puoi continuare a usarla.
Insomma, il punto non è rinunciare alla qualità, ma usarla con intelligenza. Chi lavora nel beauty lo sa molto bene, serve educazione all’uso dei prodotti, non solo a comprarli. Non si tratta di fare economia a tutti i costi, ma di non lasciarsi più spaventare da scelte che possiamo gestire meglio. Proteggere la pelle è importante, ma lo è anche proteggere il nostro portafoglio. E, ogni tanto, dire no alle mode del momento fa bene a entrambi.





