Credevi che uno shampoo fosse sufficiente? La chimica dei capelli dice il contrario. Ecco perché il numero di lavaggi non è una moda, ma una questione di efficacia.
Per anni ho lavato i capelli con una certa sicurezza, convinta di fare tutto per bene. Bagno, shampoo, risciacquo, balsamo quando mi ricordavo. Niente di elaborato, niente sprechi. Uno shampoo bastava. Anche quando i capelli non sembravano pulitissimi dopo l’asciugatura, davo la colpa all’umidità o al phon troppo caldo. Poi, un giorno, parlando con un tricologo, ho scoperto che quel “niente di più sbagliato” del titolo era esattamente ciò che stavo facendo.
C’è una logica chimica ben precisa dietro il famoso “due shampoo”, che non ha niente a che vedere con i consigli sparati a caso su TikTok. Lo stesso shampoo, usato due volte, agisce in modo completamente diverso tra il primo e il secondo passaggio. E se hai mai avuto la sensazione che i capelli non fossero davvero puliti, anche dopo averli lavati, è probabile che la risposta stia proprio lì.
Perché uno shampoo solo non basta davvero: due è il numero magico
Tutti parlano di beauty routine ma pochi si fermano davvero a capire cosa succede quando applichiamo un prodotto ai capelli. Lo shampoo, per esempio, è spesso considerato solo un passaggio obbligato. Un gesto frettoloso, quotidiano o settimanale, che serve a togliere lo sporco.
Eppure, quello che accade a livello molecolare è molto più interessante di quanto si pensi. Il primo shampoo, infatti, non pulisce. O almeno, non del tutto. Smuove. Stacca lo sporco, rompe la barriera di sebo e impurità, ma senza portarle davvero via. È come se la prima passata preparasse il terreno.

Il secondo shampoo è quello che lavora davvero. Una volta che le particelle più ostinate sono state smosse, serve una nuova carica di tensioattivi per catturarle e trascinarle via con il risciacquo. È qui che entra in gioco la chimica: le molecole di shampoo hanno bisogno di una seconda attivazione per legarsi allo sporco in modo efficace. Saltare questo passaggio significa lasciare residui, anche invisibili, che nel tempo rendono i capelli più opachi, meno voluminosi, difficili da gestire.
C’è chi sostiene che lavare troppo i capelli li rovini, ma è una mezza verità. La frequenza conta, certo, ma più ancora conta il modo in cui lo si fa. Uno shampoo solo, fatto in fretta, è molto meno efficace di due shampoo fatti con calma, anche solo due volte a settimana. E attenzione anche a non esagerare: tre, quattro passaggi, come propongono certi trend, rischiano solo di caricare i capelli di elettricità statica e stressare la cute. La giusta misura è spesso quella più semplice. Due shampoo, punto.

Una volta compreso questo meccanismo, cambia anche la percezione del lavaggio stesso. E si comincia anche a scegliere meglio i prodotti. Uno shampoo troppo aggressivo, ripetuto due volte, può seccare troppo. Uno delicato, invece, riesce a rispettare la cute anche se applicato due volte nello stesso momento. La questione non è solo pulire, ma farlo bene, senza compromettere l’equilibrio naturale della pelle e del capello.
Infine, non bisogna dimenticare che la qualità dello shampoo fa la differenza, ma da sola non basta. È l’uso corretto a determinarne davvero l’efficacia. E in questo caso la scienza è chiara: due passaggi hanno un senso, e no, non è solo una trovata dei parrucchieri. Anche se, bisogna ammetterlo, loro l’avevano capito da un pezzo.
Quando ti siedi al lavatesta e ti sembra che i capelli escano meglio del solito, forse è proprio perché lì, lo shampoo, lo fanno due volte. Sempre.





