Sembrano due fondotinta completamente diversi, ma su pelle fanno lo stesso effetto. Uno costa quanto una cena in centro, l’altro meno di un pranzo veloce.
Ci sono confronti che fanno venire voglia di svuotare la trousse e ricominciare da zero. Uno di questi gira da giorni sui social e mette l’uno accanto all’altro due fondotinta in stick: Dior Forever Skin Perfect, prezzo di listino circa 50 €, e Essence 2-in-1 Stick Foundation, venduto a 6,00 €. Entrambi promuovono la stessa cosa: pelle perfetta, effetto blur, tenuta da record. Ma la domanda resta. Vale davvero la pena spendere otto volte tanto per un risultato visivamente identico? A giudicare dalle immagini, sembrerebbe di no. Eppure, la storia è un po’ più sfumata di così.
L’occhio vuole la sua parte, è vero. Ma anche la pelle. E quando i due fondotinta vengono stesi sulle due metà del viso, con mano esperta e luce naturale, non si distinguono più. Uno dovrebbe avere pigmenti più puri, più idratazione, più tenuta. L’altro ha una formula semplice, ma anche una stesura fluida e una resa finale sorprendentemente equilibrata. Viene da chiedersi se, in certi casi, il lusso non sia più nell’etichetta che nel contenuto.
Il confronto che divide: cosa promettono davvero i fondotinta in stick?
Il Dior Forever Skin Perfect è uno di quei prodotti pensati per dare tutto: coprenza regolabile, idratazione a lunga durata, effetto blur che leviga i pori e cancella i segni senza effetto maschera. È studiato per resistere a caldo, umidità, ritmi di vita intensi. Sulla pelle si sente leggero, eppure copre come un correttore. Il packaging è essenziale, raffinato, magnetico da tenere in mano. È il classico fondotinta che funziona e si fa notare, anche nel gesto.
L’Essence, al contrario, è compatto, pratico, senza fronzoli. Ma quando si parla di resa visiva, si difende benissimo. Si applica in due secondi, si sfuma con le dita, non appesantisce. E per chi ha la pelle mista o secca, sorprende per quanto non segni. Il finish è matte, ma non gessoso. E a 6,00 €, il rapporto qualità-prezzo è difficile da battere. In pratica, è il classico prodotto “non ci avrei scommesso un centesimo” che poi entra nella rotazione quotidiana.

Sulla durata, le differenze esistono, ma sono più tecniche che visive. Dior promette 24 ore di tenuta e mantiene, soprattutto se abbinato a un primer. Essence non arriva a tanto, ma regge benissimo una giornata di lavoro o una serata d’estate. E quando svanisce, lo fa in modo omogeneo, senza macchie né segni strani. Se sei abituata a ritoccare comunque a metà giornata, il vantaggio del Dior si annulla.
L’altro tema è la texture. Dior ha una cremosità che si fonde con la pelle come skincare. Dentro ci sono ingredienti che idratano e proteggono, cosa che lo rende adatto anche a pelli mature o sensibilizzate. Essence, invece, è più asciutto, più semplice, ma proprio per questo si comporta bene anche con climi umidi o pelli giovani. Non unge, non si muove, non si ossida. E nella pratica, chi ha usato entrambi dice che la comodità dello stick Essence in borsa ha spesso la meglio sulla “sacralità” del Dior.
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Quindi no, non sono esattamente uguali. Ma sì, fanno lo stesso lavoro. E quando il risultato è indistinguibile agli occhi di chi ti guarda, viene spontaneo chiedersi quanto peso dare al nome stampato sulla confezione. Il make-up di oggi è anche questo: una partita giocata tra percezione e performance. E certe volte, il vincitore costa meno di quanto pensi.





