Non è colpa dell’estetista se il semipermanente si rovina: occhio a questo comune ma grave errore

Il semipermanente non si rovina per il motivo che immagini. Basta osservare un dettaglio della routine quotidiana per capire cosa compromette davvero la durata della manicure.

Ogni volta che il semipermanente inizia a sollevarsi troppo presto la prima reazione è sempre la stessa. Guardiamo le unghie, guardiamo la ricrescita, guardiamo il colore che perde lucidità e pensiamo immediatamente che sia colpa del prodotto o dell’estetista. È colpa dell’estetista? Eppure, chi lavora nel settore lo ripete da anni. La maggior parte dei danni non arriva dall’applicazione, ma da quello che facciamo dopo, spesso senza rendercene conto. Piccoli gesti che sembrano innocui e che invece compromettono il risultato già dopo pochi giorni.

La verità è che il semipermanente è molto più resistente di quanto pensiamo. È progettato per durare, per mantenere la superficie lucida e compatta, per proteggere l’unghia. Ma se iniziamo a grattarlo quando comincia a sollevarsi o a immergere le mani in acqua per metà giornata, l’effetto cambia completamente. E da qui nascono quei problemi che attribuiamo subito all’estetista. È una storia che ho visto ripetersi così spesso che ormai non mi sorprende più. La differenza la fa sempre la cura, non la formula del colore.

Perché il semipermanente non si rovina da solo: gli errori che danneggiano davvero l’unghia

Il semipermanente fallisce solo quando interferiamo con la sua struttura. Il primo errore, quello più diffuso, è la rimozione fai-da-te. Grattare o sollevare il colore dà una soddisfazione momentanea che però si paga cara. Lo strato superficiale dell’unghia si stacca insieme al prodotto, lasciando una superficie irregolare e sottile. È un danno che si accumula nel tempo e che nessun trattamento può riparare in pochi giorni. L’unghia diventa fragile, si sfalda e il ciclo ricomincia, perché un’unghia indebolita non riesce a sostenere il gel nelle applicazioni successive.

Il secondo errore è la limatura aggressiva. Prima dell’applicazione basta opacizzare la superficie, non assottigliarla. Una limatura troppo decisa rimuove più cheratina del necessario e apre microfessure che diventano punti di sollevamento. Qui non è il prodotto a fallire, ma la base su cui viene applicato. È un po’ come mettere vernice su una parete mal preparata. Anche se la formula è perfetta, il risultato non regge.

Donna che si lima le unghie
Perché il semipermanente non si rovina da solo: gli errori che danneggiano davvero l’unghia – sfilate.it

C’è poi il tema dei sollevamenti ignorati. Sono piccoli rialzi quasi impercettibili, spesso sul bordo dell’unghia. Molte persone li notano e continuano la loro giornata senza pensarci troppo. Il problema è che sotto quel punto entra aria e con l’aria entrano batteri. È una di quelle situazioni che potrebbero essere risolte velocemente, ma che diventano serie se trascurate. Il semipermanente non si comporta bene quando perde aderenza e da lì inizia a cedere.

Anche l’acqua ha il suo ruolo. Le mani immerse per lunghi periodi, tra docce calde e lavori domestici, ammorbidiscono il gel e allentano la presa. Non è questione di delicatezza, ma di equilibrio tra prodotto e umidità. Il gel assorbe e rilascia acqua più facilmente di quanto si creda e questo movimento interno crea instabilità.

L’ultimo errore riguarda l’acetone. Usarlo senza misura, o senza applicare oli e creme dopo, porta a un’unghia secca e ruvida. Una superficie disidratata non tiene il colore come dovrebbe e non recupera in fretta. Anche qui la pratica professionale fa la differenza. La rimozione corretta è un processo preciso, non un bagno nell’acetone a caso.

Donna che usa acetone per unghie
Le buone abitudini che salvano la manicure – sfilate.it

La buona notizia è che il semipermanente non è un trattamento aggressivo di per sé. Anzi, se ben gestito può essere più delicato di alcuni smalti tradizionali. Serve solo una routine attenta. L’idratazione quotidiana con oli e creme fa miracoli nel mantenere l’unghia elastica. Scegliere prodotti di qualità e professionisti aggiornati alle normative — come quelle introdotte in UE nel 2025 che hanno eliminato ingredienti potenzialmente dannosi come TPO e DMTA — è un altro passo fondamentale per mantenere le unghie sane.

La durata del semipermanente dipende, quindi, da un insieme di abitudini che costruiscono la salute dell’unghia nel tempo. E quando queste abitudini diventano automatiche, il colore dura di più, si rovina meno e mantiene quella lucidità che fa sembrare ogni manicure appena fatta.

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