Dopo i quarant’anni, il viso cambia direzione e certi errori di make-up diventano più evidenti. Una linea invisibile può fare la differenza tra un look fresco e uno che invecchia.
C’è un dettaglio del viso che spesso passa inosservato, ma dopo i quarant’anni può fare la differenza tra un aspetto fresco e uno segnato. Non parliamo di rughe o perdita di volume, ma di direzione. Le linee del volto cominciano a seguire la gravità, anche quando il trucco cerca di andare nella direzione opposta. È un cambio sottile, ma si nota. Basta un blush messo un po’ più in basso o un ombretto sfumato senza attenzione, e tutto appare più stanco, meno definito. Non è un problema di tecnica, è proprio che alcune zone del viso diventano più sensibili al posizionamento.
Chi si trucca da anni potrebbe non accorgersi subito di questi piccoli errori. Si continua con i gesti di sempre, quelli che funzionavano a trent’anni, senza pensare che il viso nel frattempo è cambiato. Eppure ci sono linee immaginarie, veri e propri confini invisibili, che aiutano a capire dove fermarsi. La famosa “NO NO Line”, come la chiamano alcune make-up artist, è uno di questi riferimenti. È una sorta di equatore messo sul viso, il punto è saperla vedere.
Il trucco non è più lo stesso dopo i 40 anni: dove inizia e dove finisce
Come abbiamo accennato, col tempo il modo di truccarsi cambia e, purtroppo, bisogna adottare degli accorgimenti che sono diversi dal modo in cui ci trovavamo a vent’anni. Questo perché i contorni si abbassano, la pelle cambia, e serve un occhio più attento. Non si tratta di rifare tutto da capo, ma di ripensare i punti di partenza. Quella linea che va dall’angolo del naso in orizzontale (il nostro equatore per l’appunto), per esempio, diventa un riferimento utile. Sotto quella soglia, blush e contour possono far sembrare il viso tirato verso il basso. Sopra, invece, tutto si solleva.

Il problema non risiede nella tipologia dei trucchi o prodotti usati, ma è una questione di percezione. Basta guardarsi allo specchio da una certa angolazione per capire quanto il posizionamento dei prodotti cambi la struttura del volto. Mettere il blush troppo in basso, anche di poco, sposta l’attenzione. E il contour, se scivola oltre quella linea immaginaria, rischia di appesantire anziché scolpire. Il viso appare più pieno, più largo, meno definito.
Poi ci sono gli occhi. Anche lì la direzione conta. Quando si applica l’ombretto, seguire una linea inclinata verso l’alto – sempre partendo dal naso verso l’angolo esterno – aiuta a mantenere lo sguardo aperto. Non serve fare uno smoky eye perfetto, basta non sfumare verso il basso. Quel piccolo gesto cambia l’energia del volto. Vale anche per il correttore: posizionarlo con quella stessa logica alza lo sguardo, evita l’effetto occhio triste.
La fronte, spesso dimenticata, è un’altro punto focale che con l’età tende ad allungarsi un po’. È normale. Il contour qui serve più che altro a riequilibrare, a riportare attenzione verso il centro. Tracciare una linea dal naso all’arco del sopracciglio dà un’idea di dove iniziare. Anche senza essere esperte, basta osservare piano piano.
Infine, le sopracciglia. Spesso si pensa siano un dettaglio, ma non lo sono. Il punto di partenza, l’arco, la fine… tutto segue una logica che parte sempre da quel punto chiave, il naso. Più che cercare la forma perfetta, conta la direzione. Infatti non stiamo più lì a cercare di capire se dobbiamo farle folte, meno folte, usare una matita riempitiva o meno. Ma il consiglio è quello di indirizzarle verso l’alto in modo tale da sollevare l’intero sguardo.