Le scarpe stringate possono essere raffinate anche d’estate, a patto di scegliere modelli leggeri con materiali traspiranti e linee femminili. Evitare l’effetto maschile è possibile con dettagli discreti e colori chiari.
Le stringate mi hanno sempre attratta, fin da ragazza. Hanno quell’aria da persona risolta, concreta, che non ha bisogno di fronzoli per farsi notare. Ma ogni volta che provavo a metterle in estate, davanti allo specchio, qualcosa stonava. Non erano scomode, né troppo rigide. Il problema era tutto nell’effetto. Bastava infilare il piede per sembrare uscita da un collegio inglese o da un catalogo anni ’40. Maschile, impostato, troppo costruito per l’idea di leggerezza che cerco quando fa caldo.
Poi a un certo punto ho capito che non erano le stringate in sé il problema, ma come erano pensate. Ce ne sono alcune, poche, che riescono davvero a cambiare registro. Che non pesano visivamente, che non sembrano parte di un uniforme, che non tolgono femminilità. Le riconosci subito per il materiale, la forma, i dettagli. E quando le indossi, senti che funzionano. Quelle che vanno bene con un abito in lino, o con una gonna morbida, o anche con un tailleur estivo senza rischiare l’effetto receptionist. In pratica, le scarpe che non tolgono nulla e non chiedono scusa.
Modelli di stringate estive femminili da indossare con leggerezza
Il primo punto da considerare, quando si sceglie una stringata per l’estate, è la leggerezza. E non solo nel senso del peso. Una scarpa può essere fisicamente leggera ma avere una forma che appesantisce tutto l’outfit. Quelle che funzionano davvero sono quelle che si muovono con discrezione. Che hanno suole sottili, tomaie morbide, colori chiari. Il beige, il panna, il sabbia sono tonalità che si confondono con la pelle e si adattano ai materiali estivi come lino, tela, cotone slavato. Anche la pelle va bene se scelta in versioni traforate o in suede leggero. Basta che non dia l’idea di qualcosa che tiene caldo.

Un altro dettaglio importante è la punta. Non serve che sia affilata come una décolleté, ma deve slanciare. Una scarpa che finisce tonda e corta tende a tagliare la gamba, specie se indossata con gonne o pantaloni cropped. Le stringate migliori sono quelle che allungano, anche solo visivamente. Alcune riescono a farlo con un piccolo gioco di cuciture, altre con inserti laserati che danno respiro alla tomaia. I ricami tono su tono, ad esempio, hanno un effetto sorprendente. Rendono la scarpa meno piatta e più femminile.
Poi c’è la questione del contesto. Le stringate estive non devono per forza sembrare da ufficio. Alcuni modelli in tela o canvas sono perfetti per viaggiare o per camminare in città. Si abbinano con abiti ampi, con short morbidi, con salopette in cotone. E non fanno sudare il piede, che non è un dettaglio da poco. Anzi, in certi casi diventano anche più comode dei sandali, soprattutto quando si cammina molto o si ha bisogno di un minimo di supporto. La suola piatta aiuta, ma solo se ben fatta. Troppe volte si trovano stringate carine ma rigide, che dopo due ore fanno venire voglia di scalzi.

Infine, la parte più delicata: l’abbinamento. Le stringate possono essere molto eleganti, ma vanno equilibrate. Se sotto hai una scarpa chiusa, sopra serve qualcosa che lasci respirare. Gonne fluide, abiti leggeri, camicie annodate o blazer destrutturati. Anche il calzino, se c’è, va scelto con attenzione. Un modello traforato, sottile, magari color burro o cipria. Basta poco per cadere nel troppo vintage. Invece quello che funziona davvero è il dettaglio sobrio, scelto con criterio.
Alla fine, le stringate sono scarpe che dicono molto di chi le porta. E che, quando sono giuste, non hanno bisogno di essere giustificate. Cerca modelli che parlano la tua lingua, che non forzano il piede e neanche il look. E quando trovi quelle giuste, ti accorgi che possono accompagnarti ovunque, con quella tranquilla sicurezza che solo le cose ben scelte sanno dare.