I vestiti che tengo nell’armadio tutto l’anno ma indosso solo a luglio

Ogni anno a luglio apro l’anta dell’armadio con un’intenzione ben precisa. Li tengo lì da mesi, piegati o appesi con più attenzione del solito, come si fa con le cose a cui si tiene davvero.

Sono i miei vestiti da luglio! Li adoro proprio perché sembrano appartenere a un tempo sospeso, un’estate che arriva solo una volta l’anno. E quando arriva, a luglio precisamente, li riconosco subito. Hanno un tessuto che richiede caldo pieno, una leggerezza che sarebbe fuori luogo in altri momenti, e una presenza scenica che non funziona se non c’è sole a picco, pelle scoperta, giornate che iniziano tardi e finiscono ancora più tardi. Non sono vestiti comodi da mezza stagione, non sono pratici, non sono versatili. Eppure sono quelli che mi fanno sentire più libera, più in sintonia con l’aria, più dentro il mese.

Ogni anno mi dico che forse dovrei metterli via, che occupano spazio, che ormai l’estate è breve. Poi succede che arrivi luglio, mi sveglio in una mattina ferma, con l’aria già calda appena apro la finestra, e mi viene istintivo cercarli. So esattamente dove sono. I maxi dress di lino, le gonne ampie che hanno bisogno del vento per funzionare, i top lavorati che con il reggiseno fanno a pugni, ma che sopra un costume diventano perfetti. Li metto e mi ricordo subito perché li tengo. Sono gli unici a non volermi contenere. Ma cerchiamo di capire come abbinare il tutto.

Quei vestiti che aspettano luglio tutto l’anno: come e perché usarli

Il primo, come dicevo, è sempre lui, il maxi dress in cotone o in lino. Quello lungo fino ai piedi, che si muove solo se c’è caldo vero e luce piena. L’ho provato anche in primavera, ma sembrava fuori luogo. Il tessuto restava rigido, il vento lo gonfiava male, serviva una giacca sopra che lo rovinava tutto. A luglio invece basta lui, con un sandalo piatto o una ciabatta pulita, una borsa morbida in tela o paglia e nessun altro strato.

abito e gonna nera
Quei vestiti che aspettano luglio tutto l’anno: come e perché usarli – foto asos.com – sfilate.it

Lo stesso succede con quelle gonne ampie, sottili, con la vita alta e i tessuti che si piegano al movimento delle gambe. D’estate le gonne si dividono tra quelle da città, dritte, funzionali, e quelle che servono solo per sentirsi leggere. Io tengo le seconde che a luglio diventano perfette. Le metto con una canotta aderente, semplice, spesso infilata dentro senza pensarci troppo. Bastano due accessori messi con disinvoltura, tipo un orecchino dorato e una borsa piccola, e sembra di avere uno stile preciso anche senza volerlo. A volte le abbino a un crop top se so che resterò fuori fino a sera, magari uno in maglia fine, che non fa sudare ma dà forma. Il punto vita resta visibile, ed è lì che tutto si tiene.

Un discorso a parte meritano i top in crochet, quelli lavorati a uncinetto o traforati, che adoro ma non riesco a indossare quasi mai. Bisogna volerli portare senza imbarazzi. Perché lasciano passare la pelle, accennano a quello che c’è sotto, richiedono sicurezza. Io li metto sopra un costume intero, oppure con un reggiseno triangolare che non disturba la trama. Mai con qualcosa di rigido sotto, mai con un reggiseno strutturato. Ecco perché vanno d’accordo solo con luglio: quando l’aria è lenta, quando la pelle è già un po’ dorata, quando anche quello che normalmente sembra troppo, diventa naturale. Li porto spesso con pantaloni larghi in lino, o con un pareo annodato in vita.

top e abito bianco
Come abbinare certi abiti a luglio – foto asos.com – sfilate.it

E poi ci sono loro, i vestiti bianchi. I più belli, ma anche i più ingrati. Ho imparato a non metterli se non mi sento a mio agio. Il bianco, se sei stanca, se hai fretta, se ti manca il sole sulla pelle, ti tradisce. Ma a luglio no. A luglio diventa poesia. Tessuti come il lino, il sangallo, il cotone garzato si accendono. Il bianco prende colore, paradossalmente. Diventa luminoso, tridimensionale. Il mio preferito è un abito lungo, con bretelle sottili e taglio morbido sotto il seno. Lo abbino con sandali nude o argento, o anche solo con piedi scalzi se sto vicino al mare. Un’acconciatura raccolta, un paio di occhiali scuri e basta. A volte aggiungo solo un foulard in testa, che tiene tutto insieme.

Alla fine sono tutti capi che o li si vive ora, o restano lì ad aspettare. Ma quando arriva il loro momento, non sbagliano un colpo. Non vestono solo il corpo, ma anche l’idea che ci si fa dell’estate.

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