Le borse vintage più ambite di sempre tornano protagoniste come veri e propri beni rifugio tra aste record e valutazioni da capogiro.
Succede più spesso di quanto si creda. Una borsa ereditata, dimenticata in fondo a un armadio, vissuta per anni come un semplice accessorio d’epoca, che invece oggi potrebbe valere quanto una piccola automobile o più di un lingotto d’oro. In casa, nelle scatole da cui si toglieva la polvere solo per fare ordine, ci sono pezzi di storia della moda che il mercato sta cercando con insistenza. È investimento, puro e semplice. Perché certe borse vintage non solo hanno resistito al tempo, ma lo hanno trasformato in valore. Ed è il caso di dare un’occhiata più attenta, magari proprio nell’armadio di mamma.
Alcune di queste borse sono entrate nella cultura popolare come simboli di potere e stile. Altre hanno avuto un successo silenzioso, per poi rispuntare nei radar delle aste internazionali. In entrambi i casi, oggi rappresentano una certezza per chi conosce il mercato del lusso vintage. Parliamo di pezzi firmati Hermès, Chanel, Fendi, Gucci, Cartier, con stime che oscillano dai mille ai trentamila euro, a seconda del modello, delle condizioni e della rarità. Sono pezzi che hanno spesso un legame personale con chi li possiede, ma che oggi sono anche strumenti reali di crescita patrimoniale.
Dalla Kelly alla 2.55: le borse che valgono più dell’oro
La Kelly di Hermès, per esempio, ha superato ogni barriera di tempo e moda. Quando Grace Kelly la usò per nascondere il pancione davanti ai fotografi, più che un gesto fu un messaggio. Quel gesto la trasformò in icona. Oggi una Kelly in coccodrillo nero può partire da 30.000 euro all’asta, ma a fare la differenza sono i dettagli: la pelle, il colore, la chiusura, la presenza della dust bag originale.
Non meno quotata la Birkin, amata da Jane Birkin ma diventata status symbol planetario. Se ne trovano poche, se ne vogliono tante. E il valore cresce ogni anno. C’è chi la conserva in cassaforte, chi la compra come un investimento strategico. Per alcuni modelli rari, il rendimento ha superato quello dell’oro.

Un altro nome imprescindibile è Chanel, con la sua storica 2.55 creata da Coco nel 1955. La catena che libera le mani, la chiusura squadrata, il design inconfondibile: è diventata il simbolo dell’eleganza moderna. Le più ricercate sono le versioni in pelle trapuntata con metalleria dorata, magari in colori ormai fuori produzione.
Anche i modelli da viaggio, come quello in pelle marrone battuto recentemente all’asta, hanno un mercato crescente. Più recenti, ma altrettanto apprezzate, le Boy bag, viste su spalle celebri come quelle di Rihanna o Rita Ora, e la classica Peekaboo di Fendi, che grazie a Karl Lagerfeld ha saputo imporsi come una borsa da investimento.

Anche Gucci ha la sua quota di pezzi da tenere d’occhio. Le versioni in coccodrillo, le borse a tracolla con stampa monogram degli anni ’70, e le pochette da sera con dettagli metallici valgono molto più di quanto si immagini. La chiave, in tutti questi casi, è la conservazione. Una borsa usata, ma ben tenuta, con documenti originali e magari ancora nella sua scatola, può fare una differenza di migliaia di euro. Per questo, se si ha il sospetto di avere qualcosa del genere in casa, vale la pena farsi una piccola cultura o farsi aiutare da chi conosce il settore.
Insomma, vale la pena aprire quell’anta dell’armadio. Perché tra quelle cose buone, con un po’ di fortuna, potrebbe esserci anche una Kelly, una 2.55, una Peekaboo. E in quel caso, altro che ricordi: si parla di veri beni rifugio, di oggetti che oggi si vendono all’asta insieme alle opere d’arte. E che, anche senza volerli vendere, meritano finalmente il posto che gli spetta: non in cantina, ma nella storia del costume.