Tra matrimoni spettacolari (e blindati) e abiti da migliaia di euro, la scelta low cost di Caterina Balivo continua a far parlare. Ma a noi, piace o no?
Poche ore fa Lauren Sánchez, oggi moglie di Jeff Bezos, ha sfilato in abito da sposa d’alta moda durante il loro matrimonio superblindato in Italia. Tutti gli occhi erano puntati sul lusso sfacciato, sulle firme evidenti, sugli strascichi scenografici. Un evento costruito al millimetro, con ogni elemento studiato per far parlare. E ci è riuscito. Ma mentre loro volavano in elicottero, c’è stata un’altra sposa – più silenziosa, più lontana dai riflettori glamour – che tempo fa ha fatto una scelta opposta. Caterina Balivo, nel 2014, ha detto sì a Capri con un abito comprato online per 150 euro. Solo lei, un vestito corto e una cerimonia così semplice da sembrare quasi improvvisata. Ma è proprio lì che sta il punto.
Niente tulle da favola, niente code principesche. Il suo abito da sposa era un modello a trapezio, corto sopra il ginocchio, in tulle e raso bianco latte, con corpino dritto senza spalline e un fiocco piatto sul punto vita. Un abito fresco, senza troppe pretese, perfettamente coerente con l’atmosfera di quella giornata. Ai piedi, décolleté bianche a punta. In testa, un velo semplice fermato tra i capelli sciolti. In mano, un bouquet di rose rosa cipria. Lontana anni luce dai canoni del bridal da copertina, Caterina ha scelto un look che sembrava uscito da un pomeriggio d’estate tra amici.
Un abito da sposa semplice, scelto online, che ha rotto le regole del glamour
Il fatto che Giovanni Ciacci abbia inserito proprio quell’abito tra i più iconici della storia recente fa pensare. Non perché fosse particolarmente raffinato, né per l’impatto visivo. Ma perché ha segnato un cambio di passo, un modo diverso di affrontare il matrimonio pubblico. Mentre l’estetica bridal si fa sempre più spettacolare, tra scenografie hollywoodiane e silhouette scolpite, Balivo ha messo in scena l’esatto opposto. Una cerimonia civile a Capri, zero inviti ufficiali, niente stampa. E un abito low cost, corto, semplice, che oggi guardiamo con occhi diversi.

Lo ricordo bene quel periodo. Lei era al timone di Detto Fatto, ogni giorno passavano stylist, modelle, prove di abiti. Aveva tutto a disposizione. Ma niente, ha fatto di testa sua. Nessun atelier, nessun fitting. Ha cliccato, ordinato, ricevuto a casa. Parliamo di un momento in cui comprare un abito da sposa su internet era quasi impensabile. Adesso è diventato normale, con resi rapidi e taglie personalizzabili. All’epoca era un salto nel vuoto. Ma lei l’ha fatto, con quella disinvoltura che non ha bisogno di spiegazioni. E alla fine, il vestito le stava benissimo.
È bastato quello. Un abito corto, giocoso, quasi anni ’60 per taglio e proporzioni, con quel velo leggero che dava appena un tocco cerimoniale, il fiocco centrale che interrompeva la linearità e un bouquet classico ma tenero. E poi lei, con i capelli lasciati sciolti e un trucco appena accennato. Il risultato non era quello di una diva, ma di una donna che voleva solo sposarsi senza fare scena. La scena, semmai, l’ha fatta dopo, quando la foto è diventata virale. Perché di abiti così, sulle spose celebri, se ne vedono pochi. E la gente ha notato.
Il matrimonio con Guido Maria Brera si è celebrato il 30 agosto 2014, in piena estate. Capri era già di per sé uno sfondo perfetto. Ma tutto è rimasto contenuto, discreto. Pochi invitati, il figlio piccolo con loro, e poi una barca. A un certo punto Caterina si è tolta il vestito e si è messa in costume bianco, con un prendisole leggerissimo. Nessuna esasperazione da album fotografico. Solo un momento vissuto, e vissuto bene. Anche questo è un segno dei tempi. Una generazione che inizia a scegliere la semplicità come forma di affermazione.
⚠️ @giovanniciacci ci svela la storia dell’abito da sposa di @caterinabalivo: acquistato online e pagato meno di 200 euro! #LVB ⚠️ pic.twitter.com/UYHjKh3Y6P
— La Volta Buona (@voltabuonarai) June 9, 2025
Rivedere oggi quella foto, con lei che cammina per strada sorridendo, tra turisti che quasi non si accorgono della scena, fa un certo effetto. Perché non sembra nemmeno una scena da matrimonio. Sembra una giornata normale, una donna felice, un abito che non ha bisogno di troppe spiegazioni. È lì che ci si accorge della potenza di certe scelte.
Quando non si cerca di stupire, ma si resta aderenti a ciò che si è. E nel sistema moda, dove tutto è costruito per l’istantaneità e la performance, una cosa del genere stona. Ma proprio per questo resta, a distanza di più di 10 anni.