Ci sono capi che conosciamo meglio di altri, e il reggiseno è senza dubbio uno di questi. Lo indossiamo ogni giorno, lo laviamo con attenzione, lo pieghiamo come fosse una seconda pelle, ma appena inizia a cedere o a pizzicare, la convivenza si fa complicata.
A volte basta un piccolo difetto per renderlo insopportabile: una spallina che scivola, un ferretto che punge, un gancio che tira troppo. La cosa buffa è che quasi tutte pensano che l’unica soluzione sia comprarne uno nuovo. Eppure, spesso, sistemarlo è molto più semplice di quanto sembri. Me ne sono accorta dopo aver passato anni a buttare reggiseni rovinati che, con un paio di punti di ago e filo, sarebbero tornati perfetti.
Dietro ogni reggiseno che veste bene, c’è un equilibrio preciso tra sostegno e comfort. E se qualcosa si rompe, non significa che sia da buttare. A volte basta capire dove intervenire e avere un minimo di pazienza. È un gesto di cura, più che di riparazione. Forse è per questo che le sartine di una volta sapevano sempre come farlo durare anni. E oggi, in un mondo che tende a sostituire più che a sistemare, quel sapere pratico torna a essere prezioso.
Come sistemare un reggiseno a casa: trucchi sartoriali per reggiseni comodi
Il primo problema che di solito si incontra è quello degli spazi vuoti tra le coppe. Capita quando il tessuto cede o la taglia non è più perfetta come all’inizio. In questi casi, non serve stravolgere tutto: basta intervenire in modo mirato. Con qualche punto di cucitura sul lato interno si può stringere la coppa o sollevare leggermente il centro, così che il tessuto torni a seguire le forme naturali del seno. Le sarte lo fanno da sempre, e il risultato è sorprendente.
Le spalline, invece, sono un’altra storia. Con il tempo si allungano e scivolano anche dopo averle regolate. Il trucco è semplice: bloccare il punto di scorrimento del regolatore con qualche punto a mano. È una correzione quasi invisibile ma efficace, che evita di dover tirare continuamente la spallina verso l’alto. Se il tessuto è molto elastico, si può anche accorciare direttamente la parte posteriore, tagliando e ricucendo in modo pulito. Questo tipo di intervento non richiede strumenti particolari, solo ago, filo resistente e un po’ di precisione. L’importante è mantenere la simmetria tra le due spalline, per evitare che il reggiseno si inclini da un lato.

Un altro difetto frequente riguarda le spalline che scivolano dalle spalle. Spesso non è colpa del reggiseno, ma della posizione dei ganci. Con il tempo, la fascia posteriore tende ad allargarsi, facendo aprire le spalline verso l’esterno. Il rimedio è spostare leggermente l’attacco verso l’interno, seguendo la linea naturale della spalla. Basta un centimetro per cambiare tutto. Si segna il nuovo punto, si stacca la spallina e si ricuce nella nuova posizione. In questo modo resta ferma e segue meglio il corpo.
Poi ci sono i ferretti, il nemico giurato di quasi tutte. Quando iniziano a uscire dal loro alloggiamento, sembrano determinati a bucare la pelle. In realtà, rimetterli a posto è facilissimo. Basta spingerli delicatamente dentro la loro sede e chiudere l’apertura con qualche punto a mano a forma di X, preferibilmente con filo resistente. Per maggiore sicurezza, si può applicare sopra un piccolo pezzetto di stoffa o di nastro termoadesivo, in modo da rinforzare la zona. È una riparazione che si fa in cinque minuti ma evita di perdere un reggiseno ancora perfetto.

L’ultimo trucco è il preferito di chi ha una collezione di reggiseni che stringono troppo. Invece di abbandonarli, si può allungare la chiusura con un semplice trucco da sarta: tagliare il gancio di un reggiseno vecchio e cucirlo su quello nuovo. È un’estensione morbida e reversibile, che permette di guadagnare qualche centimetro senza alterare la forma del capo. Si può anche comprare un’estensione già pronta, ma cucirla a mano permette di adattarla meglio alla larghezza e al colore del tessuto.
In fondo, sistemare un reggiseno è dire a sé stesse che non tutto ciò che si rovina va sostituito, che certi oggetti meritano attenzione. E imparare a ripararlo è anche un modo per riconnettersi con una manualità che abbiamo quasi dimenticato. Le mani sanno ancora fare, se glielo permettiamo. E quel gesto di ago e filo, ripetuto con calma, restituisce forma e comodità — ma soprattutto una piccola, concreta soddisfazione.





