Rughe della marionetta anche se sei giovane? Ecco perché compaiono e come evitarle da subito

Capita spesso verso fine giornata, quando ti togli il make-up e ti guardi con più attenzione allo specchio. Ti fermi su quei due solchi sottili ai lati della bocca, che sembrano voler scivolare verso il mento.

Quando ho iniziato a notare quei due solchi ai lati della bocca non ci ho dato troppo peso. Era una giornata storta, mi sono detta. Troppa luce in bagno, forse un’ombra. Ma poi li ho rivisti anche la settimana dopo, e quella dopo ancora. Ed erano sempre lì, anche con la pelle idratata, anche dopo una maschera. La verità è che il viso comunica molto prima che ce ne rendiamo conto. E quei segni non erano altro che il risultato di qualcosa che stavo facendo senza accorgermene.

Per un po’ ho continuato con quello che fanno in tanti. Un massaggio localizzato ogni sera, un roll-on al quarzo rosa, un paio di tutorial su YouTube. Niente di male, per carità, ma dopo settimane non cambiava nulla. Anzi, in certi giorni sembravano perfino più evidenti. È lì che ho cominciato a spostare l’attenzione da quella zona precisa al resto del corpo. Sì, perché il volto non lavora mai da solo. E se c’è una tensione continua nella zona del collo, o un disallineamento nella postura, il viso ne porta subito i segni.

Perché le rughe della marionetta non sono solo un fatto di pelle

Nel mio caso il problema era il platisma, un muscolo spesso trascurato che collega la mandibola al petto. Se resta contratto, come succede quando passiamo ore davanti al computer con la testa in avanti, tende a tirare giù tutta la parte inferiore del volto. Una sorta di effetto trascinamento che, con il tempo, modifica i contorni. E non importa quanti anni hai. Se lo sforzo è continuo, i solchi compaiono. Ho iniziato a osservarmi meglio, anche nei piccoli gesti: come stavo seduta, come appoggiavo la mandibola quando ero stressata, come stringevo i denti durante il giorno.

Un’altra cosa che ho scoperto è quanto incida il ristagno linfatico. Il viso non ha solo bisogno di idratazione ma anche di movimento interno. Quando il sistema linfatico rallenta, i lineamenti si appesantiscono. Lo si nota nella zona bassa del viso, che perde definizione, si gonfia appena, come se non riuscisse più a tornare in posizione. In quei giorni i solchi si marcano di più, sembrano quasi scolpiti. Da lì ho capito che l’allenamento profondo del viso, quello che lavora sui muscoli interni, può fare una grande differenza. E non parlo di esercizi a caso, ma di movimenti precisi, calibrati, pensati per riattivare tutto il sistema, non solo una zona.

Ragazza postura sbagliata
Perché le rughe della marionetta non sono solo un fatto di pelle – sfilate.it

Ultimo elemento, ma forse quello più trascurato, è la tensione emotiva. Se c’è stress, se c’è fatica, se c’è uno squilibrio nel respiro, il viso cambia. Chi tende a trattenere la mandibola serrata o a parlare poco durante la giornata sviluppa dei blocchi invisibili che poi si riflettono nei contorni. Mi sono accorta che bastava iniziare la giornata con il collo rigido per vedere il viso spegnersi entro sera. E quando ho iniziato a sciogliere quelle tensioni, a respirare in modo più consapevole, qualcosa è cambiato.

Ho capito che prima di mettere le mani sul viso dovevo cominciare da come stavo seduta. Le spalle che si chiudono in avanti, la testa che tende a sporgere verso lo schermo, il mento che va in avanti invece che restare in asse con il collo. Sono abitudini piccole ma costanti, che nel tempo modificano tutto l’equilibrio del viso. Quando il peso della testa non è ben distribuito, il platisma si contrae per tenerti in piedi, il mento si spinge in basso e la pelle segue. Le rughe della marionetta cominciano lì, in quel gesto involontario che ripeti dieci ore al giorno.

Ho iniziato con pochi minuti la mattina. Prima ancora di pensare alla skincare, stavo seduta contro il muro con tutta la colonna in appoggio, cercando di sentire se il mento cadeva verso il petto o se riuscivo a lasciarlo neutro, senza tensioni. Solo questo cambia molto. La mandibola si rilassa, i muscoli del collo si allungano e il viso si apre. Dopo un po’ mi sono resa conto che respiravo meglio. Perché anche il respiro, quando è bloccato in alto nel petto, spinge il corpo in avanti e contrae tutto. Quando invece scende verso il diaframma e si allarga lateralmente, anche il viso si distende.

Ragazzo stringe i denti
La mandibola parla, anche quando non te ne accorgi – sfilate.it

Ci sono giorni in cui basta fare attenzione a come cammini o a come stai in piedi alla fermata del tram per accorgerti di quanto trattieni tensione nella mascella. All’inizio sembra di non riuscire a cambiare nulla, poi invece succede che un giorno ti accorgi che la bocca si è ammorbidita, che le guance non stanno più tirando giù e che il contorno del viso si sta ridefinendo. Senza aver massaggiato nulla, solo lavorando sul corpo.

I muscoli coinvolti sono tanti, non solo quelli facciali. C’è il collo, c’è la parte alta della schiena, ci sono perfino i fianchi. Quando c’è rigidità nella base, il viso compensa. Ed è lì che compaiono i cedimenti. Alcuni esercizi che ho imparato coinvolgono la lingua, il palato, il respiro nasale. Uno di quelli che ripeto spesso è semplicissimo: inspirare lentamente dal naso, portare la lingua al palato, espirare lentamente mentre sento le spalle cadere verso il basso. Non sembra un esercizio per il viso, ma lo è. Perché se la lingua è posizionata male, la zona mandibolare si irrigidisce. E tutto si contrae.

Quando queste pratiche diventano parte della routine, anche il modo di guardarsi cambia. Non si tratta più di correggere un difetto, ma di riconoscere che certe linee sul viso sono segnali. E che si può lavorare da dentro, senza ossessionarsi. La pelle segue il tono. E il tono, spesso, parte da come respiri.

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