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Disturbi del sonno: quali sono i più comuni e come curarli

Sono tanti i disturbi del sonno, alcuni lievi altri meno, come avere un buon riposo notturno?

Il sonno è indispensabile per il recupero delle energie psicofisiche spese durante il corso della giornata; in realtà, a differenza di quanto si possa pensare, ciò che conta è dormire ‘bene’, anziché dormire ‘tanto’, poiché è la buona qualità del riposo che favorisce il ripristino delle varie funzioni dell’organismo. Purtroppo vi sono numerosi fattori, di varia natura, che possono cagionare svariati disturbi, i quali richiedono trattamenti specifici per il ripristino di un adeguato ritmo circadiano del riposo.

Quali sono i principali disturbi del sonno

Quando si parla di disturbi del sonno si fa riferimento ad una serie di condizioni, alcune lievi altre gravi, che condizionano negativamente il riposo notturno.

L’insonnia è certamente il più comune ma raramente rappresenta una patologia primaria; il più delle volte è collegata ad altri problemi o disturbi, di carattere fisico o psichico. Questa condizione può manifestarsi come difficoltà iniziale ad addormentarsi (insonnia iniziale), oppure tramite costanti risvegli notturni (insonnia intermedia); se, invece, il risveglio è molto precoce, si parla di insonnia terminale.

Anche l’ipersonnia è piuttosto diffusa. Si tratta di tutte quelle condizioni, fisiologiche o patologiche, che si manifestano sotto forma di eccessiva sonnolenza durante le ore diurne. Esse rappresentano a tutti gli effetti un disturbo del sonno, in quanto alterano il regolare ritmo del riposo e possono causare, tra gli altri, astenia, cefalea e attacchi di sonno improvvisi.

I disturbi del sonno-veglia, invece, riguardano i ritmi circadiani. In sostanza, i ritmi di sonno e veglia diventano irregolari, in maniera transitoria o permanente. Possono causare disturbi di questo tipo il cambio di fuso orario (jet lag) oppure il passaggio ad un turno di lavoro con orari differenti; più in generale, problemi di questo tipo tendono ad emergere in corrispondenza di un radicale cambio di abitudini.

OSAS (apnee notturne)

La sindrome da apnee ostruttive del sonno (OSAS) è un disturbo respiratorio, che consiste nella momentanea ostruzione delle vie aree da cui scaturisce un’interruzione della respirazione (apnea) superiore ai 10 secondi. Tra i fattori che più di frequente favoriscono le apnee notturne vi sono l’obesità, l’invecchiamento, la sindrome menopausale, l’abuso di alcool, l’assunzione di farmaci sedativi ma anche anomalie anatomiche come, ad esempio, la deviazione del setto nasale. Uno dei principali sintomi di questo disturbo è il russamento, derivante dal difficoltoso passaggio del flusso d’aria durante la respirazione.

Come curare i disturbi del sonno

Il trattamento dei disturbi del sonno varia a seconda dei casi, della gravità del problema e, non ultimo, in base alle caratteristiche ed alle condizioni fisiologiche del soggetto. In linea di massima, è consigliabile anzitutto utilizzare un sistema di riposo in grado di garantire un comfort adeguato. Rete, materasso e cuscini devono adattarsi al meglio alle esigenze di riposo, in maniera tale da assicurare un sostegno uniforme alle strutture anatomiche durante le ore di sonno. Intervenire su questo aspetto è molto semplice, dal momento che oggi è possibile acquistare reti e materassi anche online, grazie ad e-commerce specializzati come www.inmaterassi.it.

Un letto comodo, però, da solo difficilmente può bastare per alleviare o eliminare i disturbi del sonno. Nel caso in cui le condizioni sopra descritte abbiano carattere cronico o patologico, è necessario anzitutto rivolgersi al proprio medico di fiducia e, successivamente, ad uno specialista (pneumologo, otorinolaringoiatra o altri), in relazione ai riscontri del medico di base. Un consulto medico è fondamentale per analizzare i sintomi e circoscrivere le cause che possono svariare dalle cattive abitudini alimentari, da un stile di vita poco sano fino a problemi di natura strettamente anatomica; tra questi, i più comuni sono, oltre al setto nasale deviato, l’ipertrofia delle tonsille, le adenoidi ingrossate o la mascella troppo piccola (soprattutto nei soggetti in età pediatrica).

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